Da Casteldimezzo alla Sentina: ecco il decalogo del Piano Gizc

Da Casteldimezzo alla Sentina: ecco il decalogo del Piano Gizc
​Da Casteldimezzo alla Sentina: ecco il decalogo del Piano Gizc
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 4 Aprile 2024, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 11:49

ANCONA Per mettersi al riparo da mareggiate come quella di Pasqua e Pasquetta, la Regione Marche ha a disposizione il Piano Gizc, lo strumento di programmazione per la gestione integrata delle zone costiere. L’ultima pianificazione complessiva della difesa del litorale risale al 31 gennaio dell’anno scorso, quando la giunta regionale ha individuato dieci interventi per proseguire il suo piano anti-erosione costiera: dalla scogliera di Casteldimezzo a Pesaro fino ai frangiflutti sommersi della Sentina a San Benedetto del Tronto. Erano stati messi a disposizione quasi 40 milioni di euro, sia attingendo dai fondi del Fesr 2021-27, Fondo europeo di sviluppo regionale (per 25 milioni) che dai fondi del Pnrr destinati alla gestione del rischio di alluvione e alla riduzione del rischio idrogeologico, per 14.682.782 euro.


I lavori cantierabili

L’individuazione preventiva dei lavori, elencata in quella delibera, serviva a rendere “cantierabili” gli interventi, consentendo ai Comuni di attivarsi per tempo. I dieci interventi finanziati allora, su 37 proposti dal Piano Gizc, partivano da Pesaro, dove 250mila euro erano individuati come necessari al completamento della scogliera di Casteldimezzo. Due gli interventi previsti per Fano: 275mila euro per la spiaggia di Sassonia sud dal Metauro al porto e il secondo stralcio, da 4 milioni, a sud del Metauro. Si saltava il litorale anconetano (che però aveva già finanziamenti statali specifici destinati al litorale di Montemarciano) per arrivare a Porto Recanati, con un primo stralcio da 9 milioni per le scogliere emerse sul litorale di Scossicci. Tra Porto Potenza e Civitanova era previsto un intervento da quasi 5 milioni e mezzo per la difesa del paraggio, con contributo Rfi. Da Civitanova a Porto Sant’Elpidio, con 8,4 milioni, è previsto il ripascimento e la realizzazione di scogliere emerse. Per il Fermano venivano resi disponibili 2 milioni per trasformare sei scogliere da sommerse in emerse a Marina Palmense, mentre a Pedaso con 1,5 milioni si progettava di riconfigurate le opere di difesa del litorale nord. A Pedaso-Campofilone erano previste scogliere emerse nel litorale sud (2,3 milioni, con contributo Rfi), mentre a San Benedetto del Tronto 6 milioni e mezzo serviranno a realizzare scogliere sommerse nel litorale della Sentina, con recupero e protezione della riserva naturale. 
I tempi? Difficile definirli con esattezza, trattandosi di lavori pubblici che richiedono iter autorizzativi complessi, come quelli ambientali, da eseguire in periodi che non ostacolano la stagione balneare estiva e con tempi condizionati dalle condizioni meteo-marine. 

Il cronoprogramma

Ma un cronoprogramma di massima è delineato nella delibera di giunta approvata il 31 gennaio 2023.

Per gli interventi con i fondi Pnrr (i due di Fano, quello tra Civitanova e Porto Sant’Elpidio e Fermo-Marina Palmense) la tempistica indicava come termine inderogabile per la realizzazione il quarto trimestre 2025. Ma per non vedersi revocare i finanziamenti, dovevano essere anche rispettati degli step: bandi di gara o avvio della procedura di affidamento entro il 31 maggio stipula del contratto di appalto entro il 30 settembre, inizio effettivo dei lavori entro il 15 ottobre 2023. Per i sei interventi finanziati con fondi Fesr i tempi sono più dilazionati, con scadenza al dicembre 2029 per la conclusione e completa rendicontazione dell’intervento.

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