Botteghe artigiane da salvare: «I mestieri d’arte sono il nostro dna». Nella nostra regione 1.549 laboratori ancora attivi

Dai ricamifici alle aziende di mobili antichi

Botteghe artigiane da salvare: «I mestieri d’arte sono il nostro dna». Nella nostra regione 1.549 laboratori ancora attivi
Botteghe artigiane da salvare: «I mestieri d’arte sono il nostro dna». Nella nostra regione 1.549 laboratori ancora attivi
di Véronique Angeletti
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Domenica 19 Febbraio 2023, 03:35
ANCONA La parte autentica del Made in Italy si trova nelle botteghe artigiane. Lì dove la mano fa un tutt’uno con la mente, il contesto sociale e la storia del paese. «Va al di là della cultura – sostiene nel suo libro “L’uomo artigiano” il sociologo americano Richard Sennett - perché il laboratorio è uno spazio sociale dove la creatività è condivisa e si creano vincoli tra le persone». Per tutelare i mestieri che rischiano di scomparire, e prima che le difficoltà si trasformino in una tragica impasse, Confartigianato Marche è scesa in campo a difesa delle 1549 botteghe di artigianato artistico riconosciute e censite oggi alla Camera di Commercio. 


La mobilitazione


«Una mobilitazione fondamentale - interviene il Segretario Gilberto Gasparoni - perché i mestieri d’arte si trasmettono da uomini a uomini ed è nei laboratori che s’imparano le tecniche e il saper fare. I mestieri d’arte non esistono senza le “botteghe - scuola” che, oggi, sono delle aziende, ma rimangono dei luoghi di incontro e di formazione per la creatività, e sono degli incubatori per chi ha un personale spirito di intraprendenza». Spiega che l’obiettivo è «recuperare e rivitalizzare gli antichi mestieri, garantire la continuità nel tempo dell’attività d’impresa e consentire di aiutare a rimanere dei motori di innovazione e generatori di ricchezze per altri settori come il turismo, i beni culturali e ambientali, l’enogastronomia». Salvare le botteghe artigiane, elementi identitari della società marchigiana, era quindi al centro del convegno organizzato dalla Confederazione con il patrocinio della Camera di Commercio. Evento al quale hanno partecipato dalla Regione Marche Andrea Maria Antonini assessore allo Sviluppo economico, Silvano Bertini dirigente settore artigianato, industria, credito, Marco Moscatelli referente settore industria e artigianato ed Emanuele Pepa, il Presidente di Confartigianato Marche.


L’incontro


L’incontro si è tenuto a Recanati non a caso nel Castello Màlleus, sede dell’Antica Bottega Amanuense del calligrafo Màlleus (Enrico Ragni), che con la sua torre medievale incastonata tra due ali di cristallo è l’emblema della cultura del saper fare attivatore di crescita. «Quando una bottega scompare – interviene il maestro – scompaiono tecniche e conoscenze.

Per evitare questa perdita al nostro patrimonio immateriale vanno studiate misure e politiche specifiche per inquadrare meglio chi viene ad imparare in una bottega e sollevare l’artigiano dai costi di gestione oltre che dalle responsabilità». Per la sassoferratese Giuliana Scipioni, maestra artigiana, membro dell’Accademia Nazionale dei Sartori di Roma e premiata Artigiano Oma 2021, il problema è la formazione: «Organizzo corsi privati di taglio e cucito ma quello che manca è fare la gavetta, osservare lavorando vicino a figure professionali ed acquisire esperienze vere». 


Gli esempi


Pensiero condiviso dal restauratore di mobili antichi e artista delle vetrate e della tecnica Tiffany Egidio Muscellini di Ostra. «Dobbiamo condividere le nostre passioni con i ragazzi per farli innamorare del mestiere». Per il presidente Emanuele Pepa «la soluzione è favorire la collaborazione tra istituti scolastici ed imprese, potenziare le attività di incontro tra domanda e offerta di competenze ed esperienze lavorative propedeutiche all’inserimento professionale». L’assessore Antonini ha accolto la proposta di Confartigianato di finanziare le iniziative di sostegno a favore dell’artigianato artistico, oltre alla riproposizione del progetto “bottega scuola” finalizzato alla trasmissione dei mestieri. Un modo per mantenere viva la tradizione e non perdere il contatto con le radici che rendono riconoscibile il Made in Marche nel mondo. Lo sguardo sempre puntato al futuro, ma senza dimenticare il passato. Perché è nel “saper fare” che le nostre aziende si distinguono. Il saper fare artigiano che ci rende una delle regioni più manifatturiere d’Europa.
 

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