Cessapalombo, Bigazzi show
"Ridicola l'etichetta per l'olio"
di Daniele Pallotta
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Lunedì 29 Febbraio 2016, 11:24
CESSAPALOMBO - "O si torna all'agricoltura che rispetta la terra oppure non ci resta che pregare, proprio come ci ha suggerito Papa Francesco". Beppe Bigazzi, il volto noto della tv reso famoso da "La prova del cuoco" e da una serie infinita di apparizioni a "Uno Mattina" e a "Porta a Porta"; solo sulla strada delle pensione si è messo a fare il giornalista enogastronomico scegliendo di intraprendere l'impresa più difficile di tutta la sua vita, seppure ne abbia compiute tante altre assumendo la direzione delle relazioni esterne di Eni, la direzione generale della Lanerossi, la presidenza della Maserati: insegnare a mangiare sano consumando prodotto italiano. A Bigazzi è stato affidato l'incontro d'apertura del Festival della Biodiversità, promosso dall'Unione Montana dei Monti Azzurri presieduta da Giampiero Feliciotti, e ripartito da palazzo Simonelli a Montalto di Cessapalombo, come uno dei pochi progetti finanziati da apposito bando regionale dedicato al settore. La rassegna, che intende portare all'attenzione del pubblico le difficoltà dei produttori ma anche mettere in vetrina le eccellenti produzioni del territorio, proseguirà nelle prossime settimane con visite nelle cantine dove si produce la Vernaccia Docg di Serrapetrona, l'olio monovarietale Coroncina, la mela rosa dei Sibillini fino ad arrivare alla "Borsa del Turismo in campagna dei Monti Azzurri", attesa per l'ultima domenica di maggio. "Oggi nelle bottiglie c'è scritto miscela di oli raffinati e oli vergini europei - sbotta Bigazzi di fronte a una platea di facce sbigottite e dalla pelle cotta dal sole, segno delle stagioni passate a lavorar la terra, prima di chiedersi - Ma se sulla bottiglia del vino ci scrivessero miscela di vini da vini rossi europei a chi mai la darebbero a bere? Il nostro - riflette Bigazzi a voce alta - è il paese degli opinionisti dove tutti parlano di tutto non sapendo di nulla. Dove si accende l'allarme sulla Terra dei Fuochi, che è un'area di cinquanta ettari, ma non su intere regioni come la Lombardia o il Piemonte dove per quindici anni, sempre sugli stessi terreni, viene impiantato mais irriguo e dove le stesse terre per quindici anni ricevono pesticidi tramite l'acqua degli impianti d'irrigazione. Questa cosa non si ferma, i veleni circolano, altro che Terra dei Fuochi - sottolinea ancora Bigazzi, che ricorda - In provincia di Verona è finita la bachicultura perché i venti della Val di Non in Trentino, dove ci sono i meleti, hanno portato a valle sostanze che hanno ucciso il baco". La ricetta di Bigazzi arriva alla fine. Genuina come il cibo che invita a metter tra i denti: "Alleviamo i nostri ragazzi come Dio comanda. Nelle mense delle scuole non lasciamo che venga comperato olio che viene venduto a meno di due euro al litro". Poi l'appello di Bigazzi ai ristoratori marchigiani: "Portate la mela rosa sulle vostre tavole". Una mela, tanto per cominciar la cura.
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