Terreni in alta quota, i pastori presentano un esposto. Chiesti pozzi, laghetti e risorse idriche per abbeverare il bestiame

Terreni in alta quota, i pastori presentano un esposto. Chiesti pozzi, laghetti e risorse idriche per abbeverare il bestiame
​Terreni in alta quota, i pastori presentano un esposto. Chiesti pozzi, laghetti e risorse idriche per abbeverare il bestiame
di Monia Orazi
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Domenica 23 Ottobre 2022, 05:55

VISSO - È battaglia sui Sibillini tra alcuni pastori di Visso e l’amministrazione comunale per la gestione dell’ente riguardo ai terreni di alta quota, adibiti a pascoli comuni. È stato presentato un esposto alla Corte dei conti da parte di alcuni allevatori, per la gestione dei terreni collettivi gestiti dal Comune. Nel mirino è finita la gestione comunale dei pascoli di proprietà pubblica.

Nel dettaglio, oggetto del contendere sono i terreni comuni di montagna, su cui vigono gli usi civici, i quali sono affittati o messi a disposizioni dal Comune ad aziende agricole.

La normativa prevede che i proventi della gestione siano trattati con contabilità separata. 


Si legge nell’esposto che «non risultano dal bilancio pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Visso i canoni riscossi dall’affitto, nonché i proventi dell’affrancazione dei canoni per effetto di liquidazione dei diritti per legittimazione di occupazioni, per quotizzazione». Nell’esposto è scritto che non è il Comune ad essere proprietario dei terreni, ma ne è solo gestore e quindi i proventi della gestione dei pascoli dovrebbero essere noti e tracciabili. Da tempo alcuni allevatori chiedono che siano fatte opere per ovviare alla carenza idrica che si registra d’estate in alta quota, come laghetti, opere di presa e captazione di altre sorgenti più in quota per ovviare al calo di livello di quelle normalmente utilizzate, causato dal terremoto, l’aggiustamento di abbeveratoi e tubi che portano l’acqua alle zone dove si ricovera il bestiame in quota d’estate.

Durante l’estate appena trascorsa è stato effettuato un intervento con captazione di una sorgente, per portare l’acqua nelle zone sprovviste, le aree che dopo il terremoto sono rimaste a secco sono la zona di Cupi di Visso e Macereto. Per Cupi l’acqua viene pompata ed il problema degli allevatori è stato risolto con l’intervento della botte per il trasporto dell’acqua, messa a disposizione dalla Protezione civile regionale. Il riferimento dei pastori riguarda il fatto che ogni anno pagano una quota per l’uso dei pascoli, da cui appunto il Comune di Visso incassa dei fondi che dovrebbero essere destinati alla manutenzione e allo sviluppo agli investimenti necessari agli allevatori.

La normativa sugli usi civici risale al 1927 e prevede che una serie di terreni siano di proprietà collettiva. Si tratta di beni naturali destinati a bosco o pascolo, che non possono essere né venduti, né ceduti a terzi e che devono essere conservati e tutelati dal punto di vista ambientale in modo da salvaguardare ambiente e paesaggio. Un esempio noto è quello del Pian Grande di Castelluccio, gli usi civici sono prevalenti per la gestione e la destinazione d’uso dei terreni. Rispetto all’esposto nessun commento arriva dal Comune di Visso. 


A Visso il problema dell’approvvigionamento idrico riguarda la frazione di Cupi, il Comune ha effettuato una serie di interventi per portare acqua nella frazione, chiedendo alla Regione fondi per il trasporto idrico agli allevatori. La zona di Arette-Macereto è condivisa anche con i comuni di Pieve Torina ed Ussita e ci sono diversi allevatori alle prese ogni estate con il problema del trasporto dell’acqua per il bestiame.

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