Sarnano, lo sfogo di una terremotata: «Case danneggiate dal sisma, penalizzato chi è partito prima del 2021»

Lo sfogo di una terremotata: «Case danneggiate dal sisma, penalizzato chi è partito prima del 2021»
Lo sfogo di una terremotata: «Case danneggiate dal sisma, penalizzato chi è partito prima del 2021»
di Monia Orazi
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Giovedì 19 Ottobre 2023, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 15:09
SARNANO Penalizzati i progetti di ricostruzione post terremoto che sono partiti prima del 2021, per le norme che non riconoscono un maggiore contributo dovuto all’aumento dei costi dei materiali edili. Il risultato è che scattano gli accolli, a volte anche del venti per cento e i terremotati devono mettere mano al portafoglio, oppure i cantieri si bloccano.  



A denunciare la situazione, in una lettera aperta al commissario straordinario Guido Castelli è la signora Ivana Salvatori di Sarnano: «Egregio senatore Castelli, da sette anni la nostra famiglia, come migliaia di altre, aspetta di rientrare nella propria abitazione terremotata. Abbiamo presentato il progetto di ricostruzione appena è stato possibile e il 10 dicembre 2020 abbiamo ottenuto il decreto con la concessione a cominciare i lavori che, di fatto, sono iniziati nei primi mesi del 2021. Oggi, questa nostra velocità iniziale viene penalizzata. Allo stato attuale, coloro che hanno ottenuto il decreto dal 2021 in avanti, grazie all’ordinanza 126/2022 e poi all’introduzione a gennaio 2023 del testo unico della ricostruzione privata, hanno potuto richiedere un incremento del contributo per far fronte agli importanti aumenti che si sono verificati in questi tre anni. Invece, il nostro caso – come quello di tantissimi altri – resta escluso. Gli aumenti, però, hanno interessato anche noi che ora ci troviamo con un accollo da coprire pari a circa il 20% del costo complessivo. Percentuale che, se solo avessimo un decreto datato qualche giorno più tardi, non costituirebbe un problema».

Le soluzioni

La famiglia pur di rientrare a casa propria non si è arresa ed ha cercato tutte le soluzioni possibili, compreso il superbonus: «Noi, invece, da un anno e mezzo cerchiamo invano altre soluzioni.

Prima, ci è stato prospettato lo strumento del superbonus, ma, come è noto, si è rivelato una strada impercorribile: le imprese sono strozzate dai crediti incagliati e per i privati le possibilità di accedere davvero alla cessione del credito sono state e sono scarsissime. Il risultato è questo: il nostro cantiere è fermo da oltre un anno (a pochi passi dalla conclusione) e, se nulla cambierà, l’unica soluzione per terminare i lavori sarà quella di coprire l’accollo accendendo un mutuo. Peccato che, con i tassi attuali, non ce lo possiamo permettere. Siamo a un punto morto: se nulla cambia, noi non potremo finire la ricostruzione. Noi, e tanti altri come noi». La terremotata fa notare nella lettera che chi ha presentato i progetti dopo riceve un trattamento di maggior favore, che invece non si applica a chi ha avuto il decreto a partire dal 2021: «Se il nostro decreto anziché essere di dicembre 2020 fosse datato gennaio 2021, noi ora non saremmo in questa situazione: saremmo rientrati nei parametri dell’ordinanza 126/2022 (o nella recente ordinanza 150/2023) o nella cosiddetta “norma di maggior favore” prevista dal testo unico e avremmo potuto richiedere un incremento. Invece no. Siccome siamo stati solerti e veloci all’inizio ora veniamo penalizzati: esclusi per una manciata di giorni». 

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