Il pool dell’accusa, composto dal procuratore capo Giuseppe Bellelli con i sostituti Andrea Papalia e Anna Benigni aveva chiesto condanne per complessivi 150 anni di carcere e soltanto quattro assoluzioni. La sentenza pronunciata lo scorso 23 febbraio in Tribunale a Pescara dal giudice delle udienze preliminari Gianluca Sarandrea ha invece visto assolti 25 imputati disponendo soltanto cinque condanne. Verdetto che la Procura ha adesso impugnato, come del resto aveva annunciato di voler fare sin dall’inizio e ha confermato il 23 maggio scorso per voce del procuratore Bellelli. In primo grado sono stati condannati il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, che ha avuto due anni e otto mesi di reclusione; il dirigente del settore viabilità della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio: per entrambi pena di 3 anni e 4 mesi; l’ex gestore dell’albergo, rappresentante della Gran Sasso Resort & Spa, Bruno Di Tommaso, che ha avuto sei mesi e l’autore della relazione tecnica su alcuni interventi effettuati nell’albergo, Giuseppe Gatto, condannato a 6 mesi.
L'imprevedibilità come perno
Nella sostanza, il giudice Sarandrea ha fondato il suo verdetto sulla imprevedibilità della valanga e ha attribuito responsabilità, in particolare, a chi non aveva saputo assicurare la percorribilità della strada. «Nessuna dichiarazione in merito.