Strage di Rigopiano, la Procura deposita il ricorso contro le assoluzioni

Strage di Rigopiano, la Procura deposita il ricorso contro le assoluzioni
Strage di Rigopiano, la Procura deposita il ricorso contro le assoluzioni
di Giulia Sancricca
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Mercoledì 5 Luglio 2023, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 16:49
MACERATA - Depositato dalla Procura di Pescara l’appello contro la sentenza di primo grado sulla tragedia dell’hotel Rigopiano che il 18 gennaio 2017, a causa di una valanga, fece contare 29 vittime rimaste sepolte sotto le macerie dell’albergo. Sei quelle marchigiane: una coppia di fidanzati di Castignano, in provincia di Ascoli, Marco Vagnarelli e Paola Tomassini; i coniugi osimani Domenico Di Michelangelo e Marina Serraiocco; i due giovani maceratesi, Marco Tanda ed Emanuele Bonifazi. 



Il pool dell’accusa, composto dal procuratore capo Giuseppe Bellelli con i sostituti Andrea Papalia e Anna Benigni aveva chiesto condanne per complessivi 150 anni di carcere e soltanto quattro assoluzioni. La sentenza pronunciata lo scorso 23 febbraio in Tribunale a Pescara dal giudice delle udienze preliminari Gianluca Sarandrea ha invece visto assolti 25 imputati disponendo soltanto cinque condanne. Verdetto che la Procura ha adesso impugnato, come del resto aveva annunciato di voler fare sin dall’inizio e ha confermato il 23 maggio scorso per voce del procuratore Bellelli. In primo grado sono stati condannati il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, che ha avuto due anni e otto mesi di reclusione; il dirigente del settore viabilità della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio: per entrambi pena di 3 anni e 4 mesi; l’ex gestore dell’albergo, rappresentante della Gran Sasso Resort & Spa, Bruno Di Tommaso, che ha avuto sei mesi e l’autore della relazione tecnica su alcuni interventi effettuati nell’albergo, Giuseppe Gatto, condannato a 6 mesi.

L'imprevedibilità come perno


Nella sostanza, il giudice Sarandrea ha fondato il suo verdetto sulla imprevedibilità della valanga e ha attribuito responsabilità, in particolare, a chi non aveva saputo assicurare la percorribilità della strada. «Nessuna dichiarazione in merito.

Avevamo annunciato ricorso e l’abbiamo fatto - ha commentato Bellelli -. Un dato oggettivo che vorrei chiarire è che abbiamo presentato appello per quelle posizioni per cui, durante il processo, abbiamo chiesto la condanna e invece sono arrivate assoluzioni: le motivazioni sono negli atti». Confidano in un processo bis anche gli avvocati difensori degli indagati condannati in primo grado che per primi annunciarono ricorso in appello, così come, ha commentato a suo tempo l’avvocato Wania Della Vigna, «noi parti civili valuteremo e seguiremo le orme della Procura».

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