Bimbo affoga in un secchio e muore
Comunità stravolta, città in lacrime

Bimbo affoga in un secchio e muore Comunità stravolta, città in lacrime
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Lunedì 5 Settembre 2016, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 15:13

PORTO RECANATI - Non si parla d'altro e non potrebbe essere diversamente. L'unico argomento è la tragedia di Porto Recanati dove un bimbo di 16 mesi ieri mattina è morto annegato in un secchio d’acqua. La ricostruzione della dinamica è una mescolanza di fatalità e dubbi: il piccino dev’essersi rovesciato con il suo girello finendo a bocca in giù in un recipiente d’acqua che serviva per lavare il pavimento. Sul fatto, che è accaduto ieri verso le 9 in un appartamento al piano terra di una palazzina di via Salvo D’Acquisto nei pressi dell’Hotel House Pineta all’ingresso sud di Porto Recanati, i carabinieri non sciolgono la riserva: «Non diamo per scontato niente».

Una morte assurda, una vicenda che a raccontarla si stenta a crederci. La ricostruzione dei fatti è stata riordinata dai carabinieri di Porto Recanati e da quelli della Compagnia di Civitanova, agli ordini del capitano Enzo Marinelli, sulla base della testimonianza fornita dalla mamma del bambino, una ventitreenne di origini kosovare che assieme al bambino e al marito si era trasferita da Loreto a Porto Recanati circa un mese fa. Gente per bene e tranquilla, raccontano i vicini di casa della coppia, ma la sorte non perdona. Nessuno. Un destino atroce che inizia a delinearsi verso le 9.15, quando la donna è scesa in strada con il bambino esanime in braccio chiedendo disperatamente aiuto a chiunque fosse in grado di ascoltare il suo disperato appello.

Urla disumane quelle della madre che, come una pietà, tiene stretta a sé suo figlio. Urla che hanno richiamato l’attenzione di tutto il vicinato e che hanno indotto qualcuno a chiamare il 118, che è giunto sul posto con l’auto medica della Croce Gialla di Recanati. Gli elementi di questa vicenda sono un crescendo di tragicità: costatata la gravità della situazione, il medico di servizio ha chiesto l’intervento dell’eliambulanza, che tuttavia è giunta sul posto a dramma ormai consumato. Si è tentata un’ultima disperata manovra di rianimazione, ma invano. Ragion per cui l’eliambulanza se n’è andata vuota, lasciando sul posto l’ambulanza della Croce Gialla - cui nel frattempo era giunta in appoggio alla Croce Azzurra di Porto Recanati - con all’interno il suo carico di disperazione: anche la mamma del piccolo, colta da malore, è stata ricoverata presso l’ospedale di Civitanova.

Azione congiunta, immediata. Il teatro della tragedia s’è subito affollato della ritualità di soccorsi ed inquirenti. Assieme alla Croce Gialla sono giunti sul posto i carabinieri di Porto Recanati agli ordini del luogotenente Giuseppino Carbonari - che hanno immediatamente isolato la zona e iniziato a raccogliere le prime testimonianze e fare i primi rilievi - e quelli della compagnia di Civitanova con in testa il comandante Enzo Marinelli. Il quale ha confermato che il bambino non è deceduto per cause naturali ma per un evento eccezionale. «Non diamo per scontato niente - ha detto Marinelli a proposito della dinamica dei fatti - e saremo in grado di dire di più soltanto dopo l’ ispezione cadaverica». Ispezione che sarà effettuata su disposizione del medico legale Antonio Tombolini e su richiesta del pubblico ministero Micaela Piredda, giunti a Porto Recanati nella tarda mattinata.

Tornando alla narrazione dei fatti, la mamma del bambino ha raccontato ai carabinieri che il suo piccolo dev’essersi rovesciato con il suo girello finendo, a bocca in giù, dentro a un recipiente d’acqua che sarebbe dovuta servire per lavare il pavimento.

Così piccolo, e forse bloccato dal girello, il bimbo non è riuscito a divincolarsi e a tirar fuori la testa dall’acqua. In quel momento la donna - è sempre il suo racconto - non era nella stanza: solo quando vi è rientrata - dopo una decina di minuti - si è accorta del dramma che si stava consumando. 

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