Corvatta, nuova stoccata: «Ora la sanità privata è un’alternativa pure per chi ha diritto a esami gratis: colpa delle liste d'attesa»

Il medico di base: «La metà di coloro che sono esenti esclude il pubblico per i tempi»

Tommaso Claudio Corvatta
Tommaso Claudio Corvatta
di Emanuele Pagnanini
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Martedì 16 Aprile 2024, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 11:48

 CIVITANOVA «La metà di chi ha diritto a esami gratis, sceglie di rivolgersi alla sanità privata e pagare per avere appuntamenti in tempi brevi». A dirlo è Tommaso Claudio Corvatta in base all’analisi dei dati riguardanti i suoi pazienti. Un campione che può dirsi rappresentativo, essendo uno dei medici di base più richiesti della città, arrivato al limite della disponibilità di mutuati. 

I numeri

Nei giorni scorsi aveva pubblicato i numeri riguardanti coloro che scelgono l’esame a pagamento rispetto a chi si rivolge al sistema sanitario nazionale. Stavolta propone un analisi più approfondita riguardante i pazienti che hanno l’esenzione dal pagamento del ticket. «Chi non paga il ticket è andato nel 45,4% nel privato e nel 54,6% con il pubblico – rivela il medico – significa che anche per chi il ticket non lo paga, la scelta del privato non è più vista e sentita come una eventualità eccezionale ma invece come alternativa concreta.

Di fatto nel 45,4% dei casi l’esenzione dal pagamento del ticket, che dovrebbe tutelare la popolazione più debole per basso reddito o malattia, non garantisce questa tutela». Infatti le esenzioni riguardano l’età, la patologia cronica o il reddito. «Aver preso nota degli accertamenti effettuati dai miei pazienti nell’anno che va dal 15 febbraio 2023 al 14 febbraio 2024 è fonte di una messe notevole di dati – continua Corvatta - che, per la maggior parte, confermano la sensazione prevalente. Chi fa gli accertamenti sono soprattutto gli esenti che effettuano il 62,5% delle visite, radiografie e quant’altro, rispetto al 37,5% a carico dei non esenti. Un dato che non meraviglia. Come non meraviglia che tra coloro che pagano il ticket, il 67,7% va a fare accertamenti nel privato e solo il 32,3% si rivolge al sistema pubblico. Per questa fascia di persone, la sanità privata è la prima scelta».

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