Falso consulente inserisce dati falsi nella denuncia dei redditi e inguaia un imprenditore con il fisco

Il Tribunale di Macerata dove si è tenuto il processo
Il Tribunale di Macerata dove si è tenuto il processo
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Sabato 6 Febbraio 2021, 02:45

MONTEFANO - Su una dichiarazione dei redditi aveva inserito dati incongruenti e falsi tanto da determinare un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle entrate. A quel punto aveva assicurato il titolare della ditta che erano stati solo meri errori e che avrebbe risolto tutto presentando un ricorso, ma alla fine non aveva fatto nulla di tutto ciò tanto che due anni e mezzo dopo al titolare era arrivata una cartella esattoriale da Equitalia da 100.941 euro.
 
Dal 2007, per dieci anni, avrebbe fatto e non fatto di tutto: aveva presentato la dichiarazione dei redditi per una ditta individuale, predisposto le buste paga, comunicato agli enti competenti l’inizio, la fine e la variazione dei rapporti di lavoro del personale dipendente, così come non avrebbe presentato i bilanci di quattro anni di una società, non avrebbe istituito il libro unico del lavoro, non avrebbe effettuato le denunce mensili con i dati contributivi e retributivi relativi ai lavoratori dipendenti. Alla fine è finito sotto processo per truffa aggravata ed esercizio abusivo della professione.

E sì, perché l’uomo aveva dichiarato di essere iscritto nell’albo ragionieri-periti commerciali ma in realtà nell’albo il suo nome non sarebbe mai comparso. Ieri un 60enne di Montefano è stato condannato a un anno di reclusione e al pagamento di 500 euro di multa e 5.000 euro come risarcimento alla parte civile. Alcune delle contestazioni sono state dichiarate prescritte.

Secondo la ricostruzione accusatoria – il fascicolo è del procuratore capo Giovanni Giorgio – l’uomo si sarebbe presentato a un imprenditore (parte civile nel processo) assicurandolo di essere abilitato a compiere gli adempimenti di legge in materia fiscale, di lavoro, previdenza e assistenza sociale relativamente alle due ditte di cui l’imprenditore era legale rappresentante, quando invece non era iscritto né all’albo dei consulenti del lavoro, né degli avvocati, dei procuratori legali, né dei dottori commercialisti, dei ragionieri e dei periti commerciali.

Niente. Aveva però iniziato a lavorare per l’imprenditore, percependo un compenso.

Ma i guai sarebbero iniziati dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi di una delle due ditte per l’anno d’imposta 2007. Nella dichiarazione dei dati erano falsi altri incongruenti e a dicembre 2012 l’Agenzia delle entrate effettuò un accertamento che portò a maggio 2015 l’invio di una cartella esattoriale per 100.941 euro.

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