Maceratra, un occhiolino, poi l'offerta
di sesso: prostituzione sul viale

Viale Don Bosco
Viale Don Bosco
di Camilla Domenella
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Martedì 4 Aprile 2017, 11:54 - Ultimo aggiornamento: 11:55
MACERATA Fiorisce la primavera, sboccia Bocca di rosa. Non è però nel paesino di Sant’Ilario, ma tra le vie di Macerata, che da qualche mese passeggiano discrete ragazze con aria ammiccante. Niente tacchi a spillo, né pellicce, né stivali, né minigonne. Sono vestite casual, jeans e maglietta, le giovani donne che animano le notti e i giorni di viale don Bosco, via Gigli, via Carducci. L’abbigliamento succinto darebbe troppo nell’occhio, l’adescamento avviene infatti con ammiccamenti e sguardi, non più di tanto nascosti però.
Il racconto
A rilevare fenomeno e movimenti, è Paolo Giustozzi, titolare del bar davanti ai Salesiani. «Le vedi passeggiare di mattina, di pomeriggio, di sera, a tutte le ore. Ti guardano e fanno capire che sono disponibili. Una volta è successo anche a mio padre: è capitato che venisse adescato, ma lui ha chiaramente rifiutato». Si mimetizzano nel viavai del giorno, fra i passanti che vanno a fare la spesa, fra i viaggiatori che raggiungono la stazione. «Poco tempo fa, a mezzogiorno e mezzo, una macchina, probabilmente un cliente, si è fermata qui davanti al bar e ha fatto salire una ragazza. Il fenomeno avviene alla luce del sole, di fronte agli occhi di tutti». Anche di fronte a quelli dei bambini, che escono da scuola all’ora di pranzo, o che vanno in piscina il pomeriggio. Le cortigiane di viale Dn Bosco non hanno orari.
Le ragazze non sono italiane. «Sono di colore», conferma Giustozzi «ma qui in viale Don Bosco, dopo le 18.30, è il Bronx». Non solo prostituzione dunque. A preoccupare è la carenza di sicurezza della zona, che al tramonto si trasforma. È la scarsa vigilanza quella che infatti il barista denuncia: «Non ci sono controlli. Alla stazione erano state messe le telecamere, che poi però sono state tolte perché sembrava violassero la privacy. Ma qui, oltre al fenomeno della prostituzione, succede di tutto: c’è anche chi nasconde la droga tra le aiuole. Durante l’arco della giornata però non c’è nessuno. Non c’è collaborazione. Se ti trovi la sera da solo, non sai a chi affidarti. Sono anni - conclude Paolo Giustozzi - che denunciamo questa situazione, ma non è cambiato nulla». «Mi sento più sicuro se vado a prendere io mia figlia a scuola», dichiara Mudi, parquettista egiziano, che di fronte ai Salesiani, aspetta il suono della campanella al bar di Giustozzi. È mezzogiorno, ma lui ha parcheggiato la macchina e attende all’uscita dell’istituto. «La sicurezza è scarsa anche di giorno. Io vivo a Macerata da vent’anni, e mi sento italiano, come lo è mia figlia. In tutto questo tempo ho potuto vedere come le cose siano cambiate, fra prostituzione qui, e spaccio di droga. In questa zona è necessaria una maggiore attività di controllo».
Tornando al mercato del sesso, le giovani squillo spuntano dalle vie traverse e compaiono in strada, passeggiando tranquille, apparentemente insospettabili. Ma chi in zona stazione ci vive e lavora, ha ormai imparato a riconoscerle. Da qualche mese infatti, e in particolare con la bella stagione, il passeggio ammaliante è aumentato. Ci si abitua a tutto, anche a questo. Qualcuno, che preferisce restare anonimo per la sicurezza della propria attività, racconta di «un amico, al quale è successo di sostare davanti alla stazione. Una di queste ragazze gli si è infilata in macchina, con la scusa di un passaggio, e non voleva scendere». Non sono vestite in maniera sgargiante, non danno nell’occhio. «Fanno così: se le guardi, ti sorridono». Il colpo di fulmine della prestazione sessuale. «Tante così, e così sfrontatamente, a Macerata non ce n’erano». Il fenomeno delle prostitute in strada a Macerata è infatti emerso da pochissimi anni e gli anziani sono gli obiettivi preferiti. Se quello d’appartamento era un fenomeno noto, e in certa misura tollerato, quello d’abbordaggio è relativamente nuovo. Le prime avvisaglie c’erano state nel 2013. Da allora si attendono contromisure. Oggi il fenomeno non ha orari né limiti. E le prostitute in borghese continuano a passeggiare alla luce del sole.
Le giovani che vendono il loro corpo sono di origine africana, stanziate a Macerata, probabilmente vicino alla stazione e ai limiti del quartiere Santa Lucia. Come detto, adescano soprattutto anziani, ma non hanno target d’età specifici. Chiunque, dal padre di famiglia al pensionato, può imbattersi in uno sguardo lanciato dall’altro capo della strada. A preoccupare però è l’intera zona intorno a viale Don Bosco. Dopo il tramonto, il quartiere è buio. Poche le attività commerciali che lo illuminano e lo animano. Quelli che ci lavorano si conoscono tutti, e soprattutto, conoscono tutti i frequentatori. I controlli delle forze di polizia, in particolare in stazione, sono comunque aumentati da alcuni mesi, fanno sapere residenti e commercianti. Va sottolineato, per quanto riguarda il fenomeno delle lucciole in viale Don Bosco e lungo le vie limitrofe, che la prostituzione non è reato e che carabinieri e polizia possono intervenire con arresti o segnalazioni all’autorità giudiziaria solamente nei casi di favoreggiamento o di sfruttamento.
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