Superbonus, le imprese di Macerata in allarme: «Modifiche continue, serve stabilità»

Tritarelli: «Si destabilizza il mercato, incertezza su pianificazione dei lavori e impegni finanziari»

Superbonus, le imprese di Macerata in allarme: «Modifiche continue, serve stabilità»
Superbonus, le imprese di Macerata in allarme: «Modifiche continue, serve stabilità»
di Lolita Falconi
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Martedì 14 Maggio 2024, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 07:18

MACERATA - Le imprese del mondo dell’edilizia, soprattutto quelle che operano nel cratere, che devono affrontare la complessa sfida della ricostruzione, sono fortemente preoccupate per le continue modifiche al Superbonus. Il presidente della Cna di Macerata Maurizio Tritarelli sottolinea che la normativa «sui bonus edilizi ha subito un'incredibile quantità di modifiche e chiarimenti da maggio 2020 a oggi, destabilizzando il mercato, la pianificazione dei lavori e l'impegno finanziario per la loro copertura», sentenzia.

Le proposte

Precisa ancora il presidente Maurizio Tritarelli: «Si discute sull'introduzione o meno dell'obbligo di spalmare da 4 a 10 anni il periodo di utilizzo dei crediti.

Deve essere chiaro che si tratta di misure che penalizzeranno le imprese del settore, già in difficoltà a causa della congiuntura economica». Il presidente Cna sottolinea che, comunque si concluderà l'iter, questa modalità di apportare modifiche ogni mese sta di fatto bloccando l'agevolazione: «L'incertezza normativa rappresenta un ostacolo insormontabile per imprese e famiglie. In queste condizioni nessuno azzarda un investimento; per le aziende è necessaria una certa stabilità per pianificare l'attività», afferma Tritarelli. La Cna Macerata si unisce quindi alle voci che chiedono maggiore chiarezza e stabilità normativa per consentire al settore delle costruzioni di operare in condizioni ottimali e di continuare a contribuire al rilancio dell'economia locale.

L’affondo

Anche la Confartigianato nei giorni scorsi era intervenuta sul tema. «Se ci deve essere dilazione, questa allora sarebbe dovuta partire già da prima, rendendola opzionabile già in occasione dei precedenti interventi normativi. I privati avrebbero infatti potuto scegliere anche la “normale” strada della detrazione invece che opzionare soluzioni come la cessione dei crediti (che poi si è rilevato percorso tortuoso e pieno di insidie). Insomma, spalmare ora ha poco senso e temiamo un nuovo blocco delle cessioni da parte del sistema bancario, visto che gli istituti potrebbero rivedere le condizioni e i contratti relativi ai plafond concessi». Le continue modifiche non consentono a famiglie e imprese di pianificare una ricostruzione che invece si prospetta ancora lunga.

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