Il presidente dell’Ordine dei medici, Romano Mari: «Troppo stress e violenze. In tanti pronti a lasciare»

Il presidente dell’Ordine dei medici, Mari: «Troppo stress e violenze. In tanti pronti a lasciare»
Il presidente dell’Ordine dei medici, Mari: «Troppo stress e violenze. In tanti pronti a lasciare»
di Mauro Giustozzi
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Domenica 14 Maggio 2023, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 22:04

MACERATA  - Medici stressati e sotto pressione, uno su tre vorrebbe andare in pensione o lasciare l’Italia. Medici alle prese con il rischio di subire violenza sempre più alto, carichi di lavoro a causa delle carenze negli organici che comportano stress fisico e psichico in particolare per chi opera nei pronto soccorso degli ospedali e nel 118.

La “Giornata del medico e dell’odontoiatra 2023” è stata l’occasione di una riflessione su tanti temi che riguardano la sanità da parte di un Ordine che vanta oltre 1200 iscritti in provincia e che ogni anno coglie questa occasione anche come una sorta di staffetta tra i decani della professione e i giovani nuovi arrivati. Non a caso sul palco del teatro Lauro Rossi che ha fatto da sfondo all’evento il presidente dell’Ordine Romano Mari ha voluto accanto a sé il veterano dei medici Renzo Carsetti assieme alla più giovane iscritta Veronica Settimi. Alla cerimonia hanno preso parte il vescovo Nazzareno Marconi, l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, il prefetto Flavio Ferdani e il sindaco Sandro Parcaroli oltre ai rappresentanti dei comandi provinciali di carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco, carabinieri forestali, e del vice questore vicario e capo di gabinetto della questura. 

Nella sua relazione il presidente dell’Ordine dei medici, Romano Mari ha toccato un po’ tutti gli argomenti cari a chi svolge questa professione. «Fare il medico è una scelta professionale impegnativa –ha esordito Mari nel suo intervento - che richiede preparazione sempre di più: chi lavora nel mondo ospedaliero si trova alle prese con uno stress psicofisico e ultimamente questo lascia spazio alle dimissioni. Sul territorio i medici di medicina generale sono stanchi e stressati, c’è un deterioramento delle condizioni di lavoro. Che dire poi dei medici della continuità assistenziale, del 118, dell’emergenza urgenza. Il tutto porta ad una grande fuga: 1 su 3 lascerebbe il lavoro e addirittura l’Italia. Sono infatti mille i medici che ogni anno se ne vanno all’estero. Scarsa attrattività del sistema sanitario nazionale, c’è bisogno di cambiare mentalità e cultura». Mari ha poi anche sottolineato come nella Regione Marche «grazie alla sensibilità degli organi regionali circa la formazione sono cresciuti i posti messi a disposizione della medicina generale che sono passati da 42 a 84. Tra i punti qualificanti anche il nuovo piano sanitario regionale: chiediamo di fare bene e in fretta perché il sistema sta implodendo. Altro problema è la violenza nei confronti degli operatori sanitari, c’è bisogno di sicurezza perché i rischi in questi anni di aggressioni sono cresciuti. Il senso di questa giornata è quello di un trasferimento di esperienza, di saggezza, di servizio, all’interno della stessa famiglia». Nel corso della manifestazione, Paolo Staffolani, da 50 anni legato al mondo della medicina, ha ricordato il sacrificio di Carlo Urbani che ha lavorato anche a Malattie infettive dell’ospedale di Macerata, a vent’anni anni dalla morte. 

«Oggi si celebrano i medici di ieri ed i giovani che entrano nella professione - ha ribadito il sindaco Sandro Parcaroli - quasi un passaggio generazionale.

Sapete quello che hanno fatto nel periodo del covid e dovremo ricordarcelo per sempre». Dal canto suo il vescovo Nazzareno Marconi ha sottolineato come «quello che porto è un augurio, una vicinanza verso chi ricopre questo compito così importante. Per quanto la medicina diventi sempre di più un fatto tecnico, che richiede straordinaria competenza e strumentazioni di qualità, la differenza la fa sempre la persona del medico e non dobbiamo mai dimenticarlo. Quando ci confrontiamo con un medico esigiamo sempre grande competenza, ma se troviamo una persona che sa accoglierci sentiamo la differenza. Questo vorrei che sentissero i medici nel fare la loro professione». Nel suo saluto il prefetto Flavio Ferdani ha ribadito come «debba esserci un senso di riconoscenza verso i medici per la missione che svolgono. Ricordando come ogni persona malata che va dal medico entra nella vostra storia per il coinvolgimento umano che esso comporta. La persona malata vive una fragilità, voi date risposte alle richieste di aiuto e di speranza. Voglio infine ricordare la recente istituzione di due posti di polizia negli ospedali di Macerata e Civitanova a tutela dell’incolumità del personale sanitario». 

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