Macerata, raid di matrice razzista
all'African Shop: indagato Golini

Tommaso Golini
Tommaso Golini
di Benedetta Lombo
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Venerdì 26 Febbraio 2016, 10:38
MACERATA – Danneggiamento seguito da pericolo d’incendio e imbrattamento aggravato dalla finalità di discriminazione razziale. Sono le accuse mosse dalla Procura di Macerata a Tommaso Golini. Nello specifico sono due gli episodi contestati al coordinatore provinciale di Forza Nuova: uno avvenuto il 15 marzo scorso e l’altro nella notte tra il 24 e il 25 luglio scorso. Nel primo caso era stato dato fuoco a due cassonetti della spazzatura che poi erano stati spinti contro la saracinesca del negozio di generi alimentari African shop, in via Morbiducci.
Sul posto era stato affisso anche un foglio con la scritta “Immigrati go home”. Il secondo episodio contestato è quello avvenuto circa quattro mesi dopo in via Prezzolini dove qualcuno (Golini per la Procura, Ndr) nella notte aveva imbrattato la parete esterna della sala d’attesa dell’Ufficio immigrazione. Con una vernice spray di colore nero era stato scritto: “No negri. Prima gli italiani. Negri appesi”, il tutto corredato di una svastica e una croce celtica. In entrambi i casi, sia il danneggiamento, sia l’imbrattamento sono aggravati dalla finalità di discriminazione razziale e odio etnico. Nel corso delle indagini la Procura ha affidato una consulenza a un esperto grafologo che ha concluso il proprio accertamento affermando che Golini sarebbe stato l’estensore, ovvero l’autore delle scritte.
A questa conclusione il professionista era giunto rilevando analogie sia con delle scritte del coordinatore di Forza Nuova acquisite dagli inquirenti tramite la Digos sia con i caratteri della scritta “Kyenge torna in Congo”, per cui Golini è attualmente sotto processo. Interrogato, il coordinatore di Fn ha rigettato gli addebiti dicendo che in quelle date era altrove e producendo una consulenza grafica fatto da un proprio consulente di fiducia che giungeva a conclusioni opposte a quelle del consulente della Procura.
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