È il bilancio dell’operazione che ha visto impegnati i finanzieri del Gruppo di Macerata, guidato dal tenente colonnello Giuseppe Perrone, a tutela e prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio. I controlli dei circuiti di pagamento alternativi al sistema bancario, degli strumenti di moneta elettronica e delle valute virtuali, infatti, rientrano nel più ampio quadro di attività ispettive che le Fiamme Gialle svolgono per prevenire e contrastare ogni possibile contaminazione del tessuto economico, da parte di privati e imprese vicine alle organizzazioni criminali, che minano gli interessi economici dello Stato e il principio di libera concorrenza del mercato, a garanzia delle imprese oneste e della collettività. In questo quadro, dunque, si inserisce l’attività svolta dai militari del Gruppo di Macerata che dopo aver analizzato oltre tredicimila operazioni di trasferimento di denaro eseguite dal 2021 fino ai primi cinque mesi del 2023 da parte dell’operatore controllato, hanno constatato 104 trasferimenti irregolari di somme di denaro, per un totale superiore a 160mila euro, eseguiti oltre il limite consentito per legge (che è quello di mille euro a settimana).
Cosa prevede la normativa
In particolare, la normativa di riferimento prevede che i trasferimenti di denaro posti in essere a mezzo Money Transfer da due persone (una che invia e l’altra che riceve), effettuati nell’arco di sette giorni, anche attraverso le reti di più canali finanziari, non devono essere complessivamente di importo pari o superiore a mille euro. In questo caso i finanzieri hanno appurato che 104 trasferimenti erano stati eseguiti su più circuiti finanziari in modo da eludere gli alert e attraverso questi trasferimenti irregolari i 160.000 euro complessivi erano stati inviati soprattutto verso i Paesi di origine dei clienti del Money Transfer, ovvero: Afghanistan, Albania, Bangladesh, Colombia, Costa d’Avorio, Emirati Arabi, Francia, Ghana, Guinea, India, Kosovo, Mali, Marocco, Pakistan, Perù, Polonia, Romania, Senegal, Spagna, Togo, Tunisia e Ucraina. All’esito del controllo il titolare dell’attività e i 59 clienti identificati rischiano una sanzione amministrativa fino ad un massimo di oltre 5 milioni di euro. Nel frattempo proseguono gli accertamenti nei confronti degli ordinanti e dei beneficiari dei trasferimenti finanziari per verificare se sono stati commessi eventuali ulteriori illeciti.