MACERATA Speravano nella Zes (Zona economica speciale) gli imprenditori del cratere. Ma si è fermata in Abruzzo e ancora una volta, nelle terre ferite dal sisma, si devono stringere i denti e andare avanti nell’attesa del rilancio. Ma più la ricostruzione avanza - grazie alla spinta impressa dal commissario Guido Castelli - più il timore che le strutture restaurate non vengano vissute si fa grande. Una paura che riguarda sia il tema dei residenti che delle imprese. E lo confermano i rappresentanti delle associaizoni di categoria.
La posizione
«Il cratere vada considerato come una nuova regione - dice Giorgio Menichelli, segretario generale Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo -. Un territorio che ha subìto una forte depressione economica e quindi deve essere sostenuto tanto quanto il Mezzogiorno. Con questo concetto non voglio togliere nulla alle regioni del sud, né sminuirne le grandi qualità e caratteristiche o le necessità, ma trovo sia importante puntualizzare un paradosso che si è creato: l’Abruzzo ha già un regime agevolato, entrando nella decontribuzione Sud che prevede un esonero contributivo per i datori di lavoro privati con sede in una delle otto regioni del Mezzogiorno. In questo modo, ricordo, anche la porzione di cratere abruzzese ricade nella decontribuzione Sud ed è nata una disparità tra gli altri territori dell’area sisma 2016 (l’Abruzzo beneficia inoltre dei vantaggi della Zes). Allora, sarebbe auspicabile prevedere anche una nona regione, quella Appenninica del cratere, in tale decontribuzione Sud». Secondo Menichelli, questo tipo di tassazione porterebbe verso una più equa ridistribuzione della popolazione, «osservando che la densità abitativa di certe grandi città è diventata asfissiante».
L’appeal
«L’entroterra - prosegue - si trasformerebbe in meta appetibile da ripopolare, valutando poi la grande opportunità residenziale dei nostri borghi.