CIVITANOVA Pugni e calci al figlio 12enne perché non va bene a scuola, padre condannato a quattro mesi di reclusione. Il genitore era accusato di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina. I fatti finiti al centro del processo discusso venerdì dinanzi al giudice del Tribunale di Macerata Francesca Preziosi e al pubblico ministero Francesca D’Arienzo, risalgono a maggio del 2018 e sono avvenuti a Civitanova dove la famiglia risiedeva.
Secondo la ricostruzione accusatoria – il fascicolo è del pubblico ministero Stefania Ciccioli –, l’uomo, di origine straniera che oggi ha 48 anni, avrebbe inflitto al figlio all’epoca 12enne punizioni corporali e non a causa del suo basso rendimento scolastico. Per la Procura l’uomo avrebbe picchiato il figlio prendendolo a calci e pugni, lo avrebbe chiuso in camera senza farlo mangiare e tenendolo sveglio per una notte intera, poi lo avrebbe aggredito poggiandogli il viso sul cuscino e urlandogli contro. Era stata la madre del minore a riferire le punizioni subite dal figlio all’autorità giudiziaria attraverso una querela in cui aveva ricostruito l’ambiente familiare e soffermandosi poi sui comportamenti del coniuge nei confronti del ragazzino. Un giorno la donna rientrando in casa avrebbe sentito le urla del figlio, sarebbe quindi corsa da lui e avrebbe visto il marito che gli premeva il cuscino sul viso. Il giorno successivo, sempre secondo quanto denunciato dalla madre del minore, il marito aveva tenuto a digiuno il figlio non facendolo dormire fino alle 3 di notte.
La denuncia
A quel punto la donna aveva deciso di porre fine alle sofferenze del figlio portando all’attenzione della Procura quanto avvenuto in casa.