Porto Recanati, accolte le reliquie di Papa Wojtyla. Il dono di Padre Bruno Silvestrini: un’ampolla con il sangue del santo

Il sacerdote è custode del Sacrario Apostolico

Porto Recanati, accolte le reliquie di Papa Wojtyla
Porto Recanati, accolte le reliquie di Papa Wojtyla
di Daniel Fermanelli
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Lunedì 8 Aprile 2024, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 15:07

PORTO RECANATI La comunità parrocchiale di Porto Recanati ieri mattina ha gremito la chiesa del Preziosissimo Sangue per accogliere le reliquie di San Giovanni Paolo II. Una preziosa teca, con all’interno un’ampolla contenente il sangue del santo, sarà posta sotto l’altare a Maria Ausiliatrice. 

La celebrazione

A presiedere la celebrazione è stato Padre Bruno Silvestrini, portorecanatese d’eccellenza, che da molti anni svolge il suo servizio in Vaticano e che attualmente ricopre il prestigioso ruolo di custode del Sacrario Apostolico. Nel corso della sua omelia, il sacerdote ha raccontato diversi aneddoti sui suoi incontri con il Papa. Alla cerimonia erano presenti anche le autorità civili e militari, il comandante della locale stazione dei carabinieri Vito De Giorgi e il sindaco Andrea Michelini. Nel suo saluto, il primo cittadino ha sottolineato il legame antico e profondo tra la comunità portorecanatese e l’oratorio, luogo cardine della crescita di intere generazioni di giovani, e ha riannodato con i numerosi cittadini presenti i fili che uniscono Porto Recanati a Papa Wojtyla.

Sono impressi nella memoria di molti, infatti, i ricordi del grande incontro con il Pontefice nella vicina Montorso (Loreto), nel 1995, con i giovani d’Europa, che colorarono e animarono anche le vie della città rivierasca, e di quello nel 2004, sempre a Montorso, con i ragazzi dell’Azione cattolica. Porto Recanati, inoltre, è stata tra i primi Comuni italiani ad intitolare una piazza a Papa Giovanni Paolo II, un anno dopo la sua morte avvenuta nell’aprile del 2 aprile del 2005. Michelini ha infine voluto ringraziare a nome di tutta la comunità Padre Bruno Silvestrini per il regalo che ha fatto alla città e perché «la rende orgogliosa con la sua opera».

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