Una decisione che ha fatto discutere, che ha sollevato polemiche e, addirittura, provocato l’intervento del Ministero, che è già al lavoro per una riforma che tuteli le decisioni dei docenti e le renda meno attaccabili. Ma, nonostante il clamore, i genitori della bambina di 11 anni che si sono rivolti al Tar per annullare la bocciatura della figlia in una scuola media di Bagni di Tivoli, non cambiano idea. Anzi: sono ancora più convinti di avere agito per il meglio. «Abbiamo ritenuto opportuno rivolgerci alla magistratura dopo una serie di colloqui infruttuosi tra noi e la scuola - raccontano, assistiti dall’avvocato Michele Bonetti, dello studio legale Bonetti Delia - Siamo stati insoddisfatti della risposta, con una motivazione che presentava vizi formali e sostanziali. Riteniamo che non sia stato considerato il miglioramento di un’alunna di 11 anni nel primo anno di scuola media. Nostra figlia era migliorata in 7 materie e in alcune il miglioramento non è stato reso possibile». Il riferimento è al fatto che, per esempio, per recuperare un’insufficienza in francese, l’ultimo compito in classe effettuato risale a marzo.
STESSA CLASSE
I genitori dell’undicenne sottolineano di avere «massimo rispetto per tutta l’Istituzione scolastica», tanto che hanno deciso di non cambiare classe alla ragazzina. «È stata la stessa scuola, dopo la richiesta del Tar di riesaminare il caso, ad ammettere nostra figlia alla classe successiva, il giorno dopo la sentenza», hanno sottolineato. Una decisione arrivata dopo che i magistrati amministrativi hanno giudicato carente la motivazione della bocciatura. Sei insufficienze non sono state considerate abbastanza: sarebbe stato necessario, secondo i giudici, considerare il percorso di miglioramento seguito dall’alunna. In realtà, secondo i professori la bocciatura non era uno strumento punitivo, ma un’occasione per recuperare diverse lacune e affrontare con più serenità l’anno scolastico, evitando difficoltà. «Nostra figlia già sta studiando e, pur rispettando in generale la discrezionalità dei docenti di poter promuovere o bocciare, - hanno sottolineato ancora i genitori - crediamo che fermare a 11 anni un’alunna che ha migliorato anche il comportamento e che è stata sempre presente, con un’unica assenza durante l’anno, non rispetti il principio educativo che ogni bocciatura deve assumere e che secondo noi, nel nostro caso, era assente».