Festival di Spoleto Serena Autieri è La sciantosa

Serena Autieri
Serena Autieri
di Marica Stocchi
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Venerdì 28 Giugno 2013, 15:21 - Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 12:54
ROMA - Serena Autieri debutta domenica alle 19.30 al Teatro San Nicol in un concerto spettacolo in cui rilegge Elvira Donnarumma, detta ’a capinera napulitana, regina indiscussa dei caf chantant d’inizio Novecento. Anticonformista e antidiva, l’artista era molto amata sia dal popolo che da altre donne protagoniste dell’epoca, come Eleonora Duse e Matilde Serao.



Come nasce La sciantosa?

«Vincenzo Incenzo, con il sostegno di Giorgio Ferrara, ha costruito su di me questo spettacolo di cui sono molto felice. Ritengo sia un traguardo importante, un’occasione preziosa che mette in scena le mie doti di cantante ed attrice e che mi permette di affacciarmi in un contesto prestigioso e internazionale come quello del Festival di Spoleto».



Cosa l’ha colpita della Capinera napoletana?

«La sua forza, la determinazione, quella personalità ricca e intensa che le ha permesso di conquistare territori occupati all’epoca solo da donne molto belle. Lei, bruttina e chiattarella - come direbbero a Napoli - si è imposta per il carisma e le capacità canore. Arrivò ad essere venerata dai napoletani, cui rispose con un amore e una fedeltà straordinari. Fu protagonista di gesti molto incisivi, come il rifiuto di un contratto milionario con un’etichetta musicale tedesca per ragioni patriottiche».



È sola sul palco e interpreta tre personaggi - se stessa nel ruolo di narratrice, Elvira Donnarumma e Pulcinella - in un’alternanza di canzoni e monologhi...

«Una grande sfida che non avrei potuto tentare se, negli ultimi anni, non avessi avuto esperienze importanti sul palcoscenico. Mi riferisco a Vacanze Romane per la regia di Pietro Garinei e le coreografie di Gino Landi, a Shakespeare in Jazz e il Sogno di una notte di mezza estate, in cui sono stata diretta da Giorgio Albertazzi e a Rinaldo in campo, nella messinscena di Massimo Romeo Piparo. Sento di aver salito dei gradini significativi per la mia formazione e costruito sotto i miei piedi una piattaforma da cui posso osare un po' di più».



Come si trova a Spoleto?

«Sono felice di essere qui. Non solo perché la città è molto bella, ma anche perché ci si lavora benissimo. Ferrara, con la sua sensibilità artistica e le sue capacità manageriali, ha ridato vita ad un festival molto importante per il nostro Paese. E Spoleto non è solo spettacolo, è una vera e propria città del teatro. Dalla sartoria alla scenotecnica: un mondo di competenze preservate e valorizzate. La velocità e l’efficacia dell’intervento tecnico nell’allestimento degli spettacoli lascia davvero senza parole...»



Pronta al debutto?

«Non si è mai veramente pronti. Sono emozionata e spero che vada tutto nel migliore dei modi».