Letta, squadra di 18 ministri. Esteri, duello Amato-D’Alema

Enrico Letta (foto Massimo Percossi - Ansa)
Enrico Letta (foto Massimo Percossi - Ansa)
di Alberto Gentili
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Giovedì 25 Aprile 2013, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 10:37
ROMA - Non ancora chiaro lo schema, presto per fare il toto-ministri, dice Enrico Letta. E il premier incaricato non mente. Tutto davvero in alto mare, anche perch proprio sulla ”densit politica” del governo si decide la sorte del tentativo di Letta. Da una parte il Pdl vuole un esecutivo politico. Un governissimo. Dall’altra il Pd che chiede un esecutivo di scopo. Traduzione: più tecnici che politici in squadra.



I DUE SCHEMI

Questo porta con sé che Massimo D’Alema, al momento, non entrerebbe in squadra nel ruolo di ministro degli Esteri. Come non entrerebbe lo zio Gianni Letta, non fosse altro per evitare di fare dell’esecutivo una...“questione di famiglia”. In quel ruolo potrebbe restare Antonio Catricalà. Quanto ai numeri, Letta ragiona sul solco dello schema di 18 ministri, lo stesso del governo Monti. Anche perché deve far i conti con le richieste di Silvio Berlusconi che «pretende» di inserire nell’esecutivo Renato Schifani, Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini, Paolo Romani e Fabrizio Cicchitto. E’ da vedere se Letta li accetterà tutti. Improbabile, soprattutto se il Pd dovesse confermare il no al governissimo.



Con lo schema ancora da definire, la composizione della squadra non è semplice. Si ragiona su Giuliano Amato o D’Alema agli Esteri: tra i due (nonostante i dubbi nel Pd) sarebbe in atto un vero e proprio duello. Sull’Economia affidata a un tecnico tra Fabrizio Saccomanni o Salvatore Rossi (entrambi nel board di Bankitalia) e sulla Difesa a Giampaolo Di Paola.



IL NODO-GIUSTIZIA

La casella più complessa è quella della Giustizia. Berlusconi spinge per avere lì uno dei suoi. Ma Letta esclude questo epilogo. In corsa sono Paola Severino, Luciano Violante, Fernanda Contri, Franco Gallo (Consulta). Delicata anche la partita per le Comunicazioni, dove il Cavaliere vorrebbe Romani e dove Letta pensa al “suo” Francesco Boccia, buono anche per il ministero dello Sviluppo dove tra i papabili figura Enrico Giovannini (Istat).



Agli Interni potrebbe restare Anna Maria Cancellieri o entrare D’Alema se l’ex premier dovesse perdere la sfida con Amato per gli Esteri. Per la Coesione territoriale sono in ballottaggio Riccardo Nencini e il renziano Graziano Delrio, mentre per l’Agricoltura sembra certo il ritorno di Paolo Di Castro. Altri ballottaggi: al Lavoro tra Sergio Chiamparino e Carlo Dell’Aringa; all’Istruzione tra la Gelmini e Marco Meloni, grande esperto della materia e in più il premier incaricato non vuole riportare nei dicasteri chi è stato oggetto di contestazioni a sinistra (questo vale anche per Brunetta alla Funzione pubblica). Ancora da definire anche la presenza di vicepremier. Nel caso spunterebbero Alfano e Mauro.