Servigliano, il maratoneta Maisto
sul podio tra le vette del Sudafrica

Servigliano, il maratoneta Maisto sul podio tra le vette del Sudafrica
di Paolo Gaudenzi
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Martedì 30 Luglio 2019, 10:40

SERVIGLIANO - Una spedizione durata una settimana. Direzione Sud Africa, Entabeni, riserva protetta nella periferia di Johannesburg. Questa la rinnovata tappa sportiva vissuta da Amedeo Maisto, podista di origini campane residente da anni nel Fermano e non nuovo ad imprese del genere.

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Amante delle sfide Adventure, tra le più ardue al mondo, l’atleta classe 1974 ha infatti già accumulato in curriculum performance sulla Muraglia Cinese, alla classica di New York, senza dimenticare, tra le altre, la suggestiva spedizione in Antartide. Storia di per sé già seducente, come amplificarla in positivo? Semplice, con il piazzamento da terzo assoluto tra gli oltre trecento concorrenti accreditati alla partenza della maratona in esame, giunti fin laggiù da ben trentuno Paesi. «Con al mio fianco i fedeli compagni di ogni sfida, Denis e Raffaele, eccomi ancora una volta in discussione – l’inizio del racconto per Maisto -, in una gara diversa e più dura del solito».
 
Una gara «caratterizzata da un terreno scosceso, fondo sabbioso, non livellato e pendenze mozzafiato. Siamo partiti da un’altezza di 1400 metri per salire presto a 1700, riscendere precipitosamente a 1200 per poi risalire ancora e concludere a 1400». Il maratoneta arricchisce con particolari. «Al giro di ricognizione della vigilia non sapevo come impostare la gara, ero titubante anche sul tipo di calzatura da indossare ma alla partenza è cambiato tutto. Al Lakeside Lodge di Entabeni leggera discesa ed avvio in sordina, poi tutta salita fino al chilometro dieci, quand’ero in quinta posizione. Al ventunesimo eccomi quarto, dato che un cinese aveva mollato, al chilometro ventiquattro superavo anche un danese in difficoltà e mi ritrovavo pertanto terzo». Da questo momento la decisa difesa dell’ultimo gradino del podio, anche se tra non poche difficoltà. «Di conseguenza eccomi al tratto più duro – continua Maisto -: la precedente discesa ripida è diventata un’ardua salita. Al primo ristoro avevo i crampi e voglia di fermarmi, ma ho continuato consapevole che potevo raggiungere un grande obiettivo».
«Al ristoro successivo ho notato il ritorno del cinese superato in precedenza, dunque ripartivo determinato più che mai per difendere la piazza». E l’epilogo. «La certezza è maturata al quarantesimo chilometro, ed all’arrivo mi sono lasciato andare ad un sentito urlo di gioia, ad esprimere tutta la soddisfazione per un ottimo risultato, inaspettato alla partenza».

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