Il Gruppo Tod’s sbarca alla Biennale di Venezia. Della Valle: «Sostegno delle imprese alla cultura»

Il Gruppo Tod’s sbarca alla Biennale di Venezia. Della Valle: «Sostegno delle imprese alla cultura»
Il Gruppo Tod’s sbarca alla Biennale di Venezia. Della Valle: «Sostegno delle imprese alla cultura»
di Massimiliano Viti
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Mercoledì 28 Febbraio 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 15:43

SANT’ELPIDIO A MARE Continuano le attività di sostegno al patrimonio artistico e culturale italiano da parte del Gruppo Tod’s. Dopo aver finanziato il restyling di Palazzo Marino a Milano (2,7 milioni di euro il costo della sponsorizzazione tecnica), il gruppo della famiglia Della Valle annuncia la partnership con il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia (in programma dal 20 aprile al 24 novembre) per l’installazione “Due Qui / To Hear”, che vede protagonisti il curatore Luca Cerizza e l’artista Massimo Bartolini. In occasione di questa partnership, Tod’s ospiterà un evento a Venezia per celebrare l’eccellenza artigianale italiana, nei giorni della pre-apertura dell’edizione numero 60 della esposizione internazionale d’arte.


La strategia

Questa iniziativa sottolinea ulteriormente quanto l’impegno di Tod’s sia radicato nel territorio italiano, sostenendo e promuovendo, da anni, realtà e manifestazioni legate all’arte e al patrimonio culturale, risorsa insostituibile e riconosciuta in tutto il mondo. Un percorso che da tempo abbraccia differenti realtà sul territorio che spaziano da interventi locali a iniziative di ampio respiro nazionale. Tra gli obiettivi, anche quello di restituire al territorio parte di ciò che ha dato all’azienda, nonché di essere di esempio ad altri imprenditori per intraprendere iniziative di valorizzazione e di supporto all’arte e alla cultura italiana.

L’incontro

Nel corso della presentazione della Biennale arte 2024 di Venezia che si è svolta ieri mattina al Mic-Ministero della cultura alla presenza del ministro Gennaro Sangiuliano, Diego Della Valle ha affermato: «Il primato dell’Italia nella cultura e nell’arte non può essere discusso né tantomeno tolto da nessuno, e penso che dovrebbe essere trovato un punto di incontro tra il pubblico e il privato pronto a mettersi a disposizione».

Lo stesso imprenditore ha sottolineato come tanti altri imprenditori sarebbero pronti a sostenere il patrimonio culturale italiano, ma non sanno concretamente a chi rivolgersi. E quindi ha suggerito al ministero di trovare un interlocutore, «una sorta di sportello di ascolto» per favorire le aziende italiane che vogliono sostenere progetti di natura culturale.

La prospettiva

In pratica come «se questo ministero diventasse - ha ribadito - una banca d'affari per le esigenze culturali. Tutto va fatto ovviamente nel massimo rispetto delle regole e della cultura, ma se non si fa perdiamo terreno. E pregherei i puristi di non scandalizzarsi se il mondo dell'imprenditoria si avvicina ai monumenti». Quindi, l’ultimo appello: «Facciamo trovare il Paese il più in ordine possibile anche ai visitatori stranieri che arriveranno in Italia».

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