"Cavallo di ritorno" a Porto Sant'Elidio: rubano i computer in ufficio e vogliono mille euro per restituirli, due arrestati

"Cavallo di ritorno" a Porto Sant'Elidio: rubano i computer in ufficio e vogliono mille euro per restituirli, due arrestati
"Cavallo di ritorno" a Porto Sant'Elidio: rubano i computer in ufficio e vogliono mille euro per restituirli, due arrestati
3 Minuti di Lettura
Lunedì 12 Giugno 2023, 18:54 - Ultimo aggiornamento: 18:56

FERMO - Rubano i computer, poi pretendono mille euro ed il ritiro della denuncia per restitutirli al proprietario: due arrestati per estorsione a Porto Sant'Elpidio dopo aver messo in scena il classico "Cavallo di ritorno".

La Squadra Mobile di Fermo ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Fermo su richiesta della locale Procura, nei confronti di due italiani, un mrahgiano 40enne ed un sicialiano 50enne, per ricettazione ed estorsione continuata in concorso. La vicenda parte dal furto subito da un professionista, residente a Porto Sant’Elpidio, presso il suo studio professionale da cui, alcune settimane fa, erano stati sottratti due computer, dei quali un Apple. L’uomo sporgeva denuncia per il furto subito e immediatamente la polizia di Stato effettuava le indagini. Attraverso il sistema di localizzazione presente sull’apparecchio informatico si accertava che lo stesso era stato localizzato a Tre Archi così, immediatamente, i poliziotti procedevano a visionare le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza del quartiere e notavano, in orario corrispondente a quello in cui vi era stata la localizzazione, un uomo, ben noto ai poliziotti fermani per i suoi trascorsi giudiziari, la cui base logistica è ubicata nel quartiere, trasportare un computer dalle caratteristiche assolutamente compatibili con quelle del computer oggetto di furto. Alcuni giorni fa veniva eseguita la perquisizione ma il computer, purtroppo, non veniva ritrovat

Porto San Giorgio, svaligiano una tabaccheria facendo un buco nel pavimento. Un arresto, caccia al resto della banda

E porprio quel giorno la vittima si era recata dalle forze di polizia per ritirare la denuncia dichiarando di aver ritrovato il computer.

La versione del ritrovamento non convinceva gli investigatori che convocavano immediatamente la vittima in ufficio, acquisendo anche i dati del suo traffico telefonico nonché i movimenti bancari effettuati e, con non poca difficoltà, riuscivano a farsi raccontare la verità su quanto accaduto. L’uomo, poco dopo il furto, era stato contattato telefonicamente da due persone che gli chiedevano 1000 euro in cambio del suo computer, richiesta che la vittima assecondava. I due malviventi gli imponevano anche di ritirare la denuncia fatta e proprio quello insospettiva i poliziotti della Squadra Mobile che, nel frattempo, avevano appena eseguito la perquisizione a casa di uno dei due non ritrovando, ovviamente, il computer. Il malvivente, non pago, dopo la perquisizione subita si recava di nuovo dalla vittima pretendendo altri 500 euro per pagare le spese legali che avrebbe affrontato a seguito della perquisizione. L’indagine lampo effettuata anche mediante i riscontri dei prelievi effettuati dalla vittima per pagare il cosiddetto “cavallo di ritorno”, nonché le chiamate ricevute dalla vittima, hanno permesso di delineare la pericolosità spiccata dei due soggetti. Sono un marchigiano di circa 40 anni e un campano di circa 50.

© RIPRODUZIONE RISERVATA