Porto Sant'Elpidio, acquisto dell'azienda
Santori e sindacati con la cordata locale

Porto Sant'Elpidio, acquisto dell'azienda Santori e sindacati con la cordata locale
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Domenica 10 Maggio 2015, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 12:20
PORTO SANT'ELPIDIO - Sindacato imprenditori e sindacati lavoratori disposti a cercare di riaprire la trattativa della Gianmarco Lorenzi. Lo Conferma il presidente di Confindustria Fermo Andrea Santori che aveva già dato sostegno nel periodo passato per far sì che l’azienda dal prestigioso marchio di calzature donna extralusso tornasse in mani locali cosi da salvaguardare anche la forza lavoro locale (sessantaquattro dipendenti più l’enorme indotto).

L'appello lanciato dagli imprenditori fermani dalle pagine del nostro giornale venerdì è stato raccolto immediatamente dal numero uno di via Respighi. Quello che ormai sembrava fatto dopo trattative di alcuni mesi infatti pare sia oggi messo in discussione da una offerta molto alta proveniente dalla Turchia. I timori? Che gli stranieri dal loro punto di vista siano interessati al marchio e poi, giustamente mossi dalla convenienza aziendale (secondo le leggi dei mercati), spostino la lavorazione o parte di essa all’estero dove la manodopera a loro costa meno.

E oggi il numero uno di Confindustria Fermo però risponde all'Sos dei fermani interessati ad acquisire la società dichiarata fallita il 27 gennaio scorso e si rivolge direttamente al curatore Andrea Vitellozzi. I turchi sparigliano le carte in tavola.



Da un lato ci sono loro, pronti a spendere tutto e subito. Dall'altro ci sono i fermani, che devono pensare all'oggi e al domani. Devono pensare a salvaguardare marchio e posti di lavoro. I primi potrebbero muoversi in modo più dinamico, cosa che in questi casi vale molto. Ma c’è però la ricaduta sul sociale, sull'economia locale, sulle famiglie. Davanti a questo bivio è il curatore fallimentare, invitato a riflettere dal presidente di Confindustria Fermo.



"Alcuni imprenditori iscritti all'associazione degli industriali erano interessati all'acquisto del marchio e dell'impresa, soprattutto per mantenere i posti di lavoro - spiega Santori - ma tre giorni fa abbiamo saputo che una cordata turca ha offerto una somma notevolmente superiore a quello che è il valore dell'azienda. Non vorrei che si concludesse in modi che già conosciamo". Non fa fatica Santori a dire “anche noi ci siamo rimasti male, la cordata fermana la settimana scorsa si è tirata indietro. Capisco che il curatore abbia interesse a prendere più soldi possibile, per pagare i fornitori, per pagare Equitalia, a parte il fatto che Equitalia è già riuscita a recuperare qualcosa”.



L’esempio del presidente di Confindustria Fermo è stringente: “Mangiando la gallina oggi si resta senza uova né gallina domani”.

Ci pure altre dinamiche in gioco: "Occorre fare presto - spiega Santori - la stagione scorsa è quasi saltata e per questa gli ordini sono pochi, perché il campionario non è stato approntato. Se non riprende la produzione, il marchio perde appetibilità. Questo è un problema per gli imprenditori locali, che vogliono mantenere i posti di lavoro, non è un problema per gli stranieri che non hanno interessi in questo senso. Noi siamo pronti a tornare in campo”.





I SINDACATI

Le organizzazioni sindacali Filctem Cgil e Femca Cisl disposte a sedersi attorno a un tavolo con Confindustria. "Ci sono due ordini di problemi - dice Alessandro De Grazia della Cgil - il primo è che se ci sarà un'asta pubblica, chi fa l'offerta migliore si aggiudica l'azienda. L'altra questione è che i lavoratori hanno optato per la mobilità e parte consistente delle maestranze se n'è andata. Per com'è andata la vicenda, strumenti in mano ne avevamo pochissimi". "Ci sono sicuramente lavoratori intenzionati a non perdere il posto di lavoro - aggiunge Piero Francia della Cisl - auspico che la cordata d'imprenditori locali faccia immediatamente dei passi per dare certezze a lavoratori altamente qualificati che sono provati dalle vicende vissute. Massima apertura da parte nostra".

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