Porto S.Giorgio, la mafia raccontata
agli studenti delle scuole medie

L'incontro con gli studenti
L'incontro con gli studenti
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Venerdì 25 Novembre 2016, 22:47
PORTO SAN GIORGIO - Una giornata diversa alle medie dell’Isc Nardi di Porto San Giorgio: lodevole l’iniziativa della scuola che, nell’ambito dell’evento #liberidileggere organizzato in occasione della campagna nazionale Libriamoci, ha accolto la giovane scrittrice siciliana Simona Dolce per riflettere su tematiche importanti quali mafia e diritti.

L'incontro con l’autrice di “La mia vita all’ombra del mare”, testo scritto per i ragazzi per raccontare la lotta alla mafia di Don Pino Puglisi, ha chiuso un ciclo di oltre venti eventi organizzati in tutti i plessi e ordini della scuola che hanno coinvolto quasi 700 alunni, fra le letture dei bambini più grandi a quelli più piccoli, tra gli incontri con le donne di Carta, con lo scrittore siriano Abdulghani Makki e con Marco Moschini, autore di molti testi e poesie per l’infanzia.
Molto coinvolgente Simona Dolce che ha saputo stimolare la meditazione dei giovani con una serie di storie vissute in prima persona nella sua adolescenza palermitana, con contributi video e focus sul suo libro letto tra l’altro da moltissimi studenti. 

Che cos’è per voi la mafia? L’avete mai incontrata? Cosa significa essere omertosi?”, ha chiesto l’autrice alla giovane platea per nulla timida. «La mafia è quando chi si crede potente sottomette chi ritiene debole», una delle risposte che ha illuminato anche un’insegnante.

«La mafia vi sembra lontana ma atteggiamenti mafiosi sono quotidiani e sono legati al bullismo, al dispetto e alla sopraffazione che i ragazzi di terza, per esempio, possono manifestare con quelli di prima. Non abbiate paura a parlare, denunciare, fare gruppo», ha detto la prof.
 La scrittrice ha raccontato un episodio della sua infanzia, quando aveva «un compagno di classe di nome Vincenzo che indossava abiti costosissimi, cambiava zaino ogni mese e aveva un autista che lo portava a scuola. Venerato da tutti, fu escluso quando il padre, narcotrafficante, fu arrestato. La realtà è che l’omertà si fonda sul consenso». Simona ha anche descritto il quartiere Brancaccio, dove non si va ma si entra col permesso, dove sorgono palazzoni in cui si spaccia droga e dove don Dino Puglisi, ucciso nel 1993, voleva creare una scuola media poi inaugurata nel 2000.
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