Coni e coppette al Cenacolo con Gesù: a Porto San Giorgio manifesto nel mirino dell’Arcidiocesi

Coni e coppette al Cenacolo con Gesù: a Porto San Giorgio manifesto nel mirino dell’Arcidiocesi
Coni e coppette al Cenacolo con Gesù: a Porto San Giorgio manifesto nel mirino dell’Arcidiocesi
di Serena Murri
4 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Marzo 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 18:09

PORTO SAN GIORGIO Contestato dall’Arcidiocesi di Fermo il manifesto di una gelateria con “L'ultima cena” a base di gelato. Nel mirino l'immagine pubblicitaria dell’attività commerciale che raffigura, con gli opportuni ritocchi, il celebre dipinto di Leonardo Da Vinci in esposizione a Milano con il gelato sulla tavola e in mano agli apostoli seduti accanto a Gesù.

I dubbi

Una scelta definita “inopportuna”, ancor più durante la Settimana Santa che precede Pasqua.

Insomma: ne è nato un caso. La Curia ricorda che nel manifesto la tavola è imbandita di vaschette di gelato, mentre i commensali e lo stesso Gesù hanno in mano coni e coppette. «Lo slogan “Da molti anni crea dipendenza” immaginiamo - rimarcano i vertici della Chiesa locale - si riferisca al gelato, associato però inevitabilmente a ciò che accadde durante l’ultima cena. Fatta salva la libertà di far lavorare la fantasia come meglio si crede pur di rilanciare i propri prodotti, si rileva come sia quantomeno inopportuno, se non offensivo, associare il gelato all’Eucaristia. Questa operazione irride la fede cristiana, condivisa da tante persone che, proprio in questi giorni, partecipano ai riti della Settimana Santa». L’attività commerciale è “Dolceamore” di Borgo Fratelli Rosselli, sulla Statale sud cittadina.

«Francamente - replica il titolare, Alberto Amore - siamo dispiaciuti: non pensavamo che potessimo offendere la sensibilità di qualcuno. Al momento di stampare il manifesto ne abbiamo parlato con il grafico e non abbiamo trovato niente di male. Non ci siamo fatti contagiare da nessuno. Io ho vissuto tanti anni a Milano, ho avuto modo di andare a visitare quello che è il quadro raffigurante “L'ultima cena”, a Santa Maria delle Grazie, dove si può entrare liberamente ad ammirare il dipinto.

L'idea non ci era sembrata affatto male, anzi l'ho trovata anche simpatica. Non capisco perché debba apparire strano che Gesù mangi con piacere il gelato. Quando mi è arrivato all'orecchio che vi era stata questa reazione sono rimasto stupito. Non ci ho visto niente di sacrilego o di volgare».

La contingenza con Pasqua è frutto di un caso. «In verità - spiega Amore - l'affissione sarebbe dovuta partire già ai primi di marzo, poi tra una cosa e l'altra, siamo arrivati a ridosso della Pasqua. Io credo che in ogni caso, chi avesse voluto avrebbe criticato questa scelta lo stesso. Mi dispiace per chi si è sentito offeso. In questo periodo, penso che un sorriso sia la cosa migliore». Sul manifesto, la frase “Da molti anni crea dipendenza” nasce in realtà da una cliente che, giorni prima, non aveva trovato uno dei suoi gusti preferiti e che, come lei stessa aveva affermato, «creano dipendenza».

L’impegno

«Nel nostro locale - dice ancora Amore - ho l'anteprima dell'immagine per la quale tutti hanno fatto i complimenti, ma so bene che quando fai qualsiasi cosa, il 33% delle persone è soddisfatta, il 33% insoddisfatta e un altro 33%... critica. Forse è stata la presenza di Gesù o forse “L'ultima cena” è vista come una reliquia, quando per tutti è un dipinto. Avevamo pensato anche alla Gioconda, ma avendo le mani giunte, avremmo dovuto modificare l'immagine. Il nostro messaggio voleva solo essere quello del gelato visto come un buon prodotto per stare insieme. Non volevamo fare torti a nessuno. E d’altra parte domenica sono anche stato a messa».

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