Laura Marziali e la battaglia per gli ex malati di tumore. «Legge sull’oblio oncologico, grande vittoria». Basta discriminazioni

Il sorriso di Laura Marziali
Il sorriso di Laura Marziali
di Marina Vita
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Sabato 9 Dicembre 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 09:42
MONTEGIORGIO - Un sogno che si avvera. Il Senato ha approvato la legge sul Diritto all’oblio oncologico che permetterà a circa un milione di ex pazienti oncologici di superare lo stigma e la discriminazione, fare quindi richiesta di finanziamenti, assicurazioni e adozioni esattamente come tutte le altre persone che la diagnosi di cancro non l’hanno mai ricevuta.  Una grande vittoria, una lunga maratona per arrivarci, un grande impegno di tante associazioni e ex ammalate, tra cui la giovanissima montegiorgese Laura Marziali, diventata il volto di questa battaglia come testimonial di Aiom ( Associazione italiana Oncologia Medica) che appena avuta la notizia ha pianto lacrime di gioia e soddisfazione.

Appena una settimana fa a Montecitorio Laura aveva ricevuto il premio “Standout Woman Award” per aver contribuito a fondare “C’è Tempo Odv” di cui è presidente e per il lavoro di attivismo in oncologia, disabilità e diritti. E, nello specifico, per aver portato avanti l’istanza della necessità di una legge sul diritto all’oblio oncologico. «Dobbiamo raccontare le nostre storie, anche per chi non può o non vuole, perché il nostro silenzio personale diventa collettivo e quindi Istituzionale», ha sempre sostenuto la Marziali. E lei l’ha fatto, su ogni palcoscenico, studio televisivo, radiofonico, convegno, manifestazione a cui è stata invitata.

Il tumore nel 2017, follow up concluso nel 2023

«Ho avuto un tumore nel 2017 e ho terminato le cure nel 2018, dopodichè sono entrata nel programma di follow up conclusosi ad ottobre di quest’anno - racconta Laura che poi prosegue - Qualche anno fa, quando ho richiesto un finanziamento con copertura assicurativa per acquistare un’auto, mi è stato negato, perché nel questionario ho dovuto dichiarare di aver avuto il tumore. Poi ho chiesto solo informazioni per un mutuo e ho saputo che per me i tassi sarebbero stati più alti a causa della mia malattia. Idem per l’adozione, per cui non avrei avuto speranze. In seguito a questo ho deciso che dovevo capirne di più e fare qualcosa. Su internet ho trovato la raccolta firme di Aiom e da lì sono stata al loro fianco nei congressi ed eventi in tutta Italia, partecipando ovunque per parlarne. Ho capito che una legge sull’oblio oncologico era strettamente connessa ad un cambiamento radicale della cultura della società e della narrazione del cancro anche da un punto di vista linguistico: il paradigma di cancro si muore, va cambiato con di cancro si può guarire. Ho parlato dei diversi ambiti di applicazione della legge in tanti consessi per fare pressing alle Istituzioni. In diverse occasioni anche alla Camera e al Senato, ribadendo l’importanza di non discriminare le persone che hanno avuto il tumore trattandole come fossero di serie B, condannandole a pagare per tutta la vita la ”colpa” di essersi ammalate che non hanno».

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