Monte Urano, aggredisce l’ex moglie e la figlia: atti persecutori, ennesima denuncia dei carabinieri

Monte Urano, aggredisce l’ex moglie e la figlia: atti persecutori, ennesima denuncia dei carabinieri
Monte Urano, aggredisce l’ex moglie e la figlia: atti persecutori, ennesima denuncia dei carabinieri
di Pierpaolo Pierleoni
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Giovedì 4 Gennaio 2024, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 08:53

MONTE URANO - Ha seguito in auto la ex moglie, dopo che la donna era da poco passata a casa sua a riprendere la figlia minore. Poco più avanti, l’ha costretta a fermarsi a lato della strada rivolgendole violente minacce verbali, davanti agli occhi della ragazzina. Un episodio che ha portato alla denuncia di un 49enne di Monte Urano per il reato di atti persecutori nei confronti della donna da cui si era separato.

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A seguire il caso i carabinieri della locale stazione, che hanno raccolto la denuncia formulata dalla donna ed avviato le indagini.

Non si sarebbe trattato di un caso isolato di rabbia, perché successivamente, il denunciato avrebbe continuato a ripetere frasi minacciose verso la vittima nel suo luogo di lavoro.

La segnalazione

Un’aggressività che ha terrorizzato la donna, convincendola a sporgere denuncia per tutelarsi. Il 49enne è risultavo già gravato da un divieto di detenzione di armi e munizioni emesso nel 2021 dalla prefettura di Fermo. I militari, temendo conseguenze più gravi, hanno effettuato controlli nella sua abitazione, che hanno dato esito negativo.

Il riscontro

In casa non c’erano armi. Rimane invece l’accusa di atti persecutori e l’ennesimo episodio che ha visto il tempestivo intervento dell’Arma sottolinea l’importanza di garantire sicurezza alle vittime di violenza domestica. L’autorità giudiziaria è stata subito informata dell’accaduto dalla stazione carabinieri monturanese, disponendo l’attivazione del codice rosso. Il comando provinciale dell’Arma invita nuovamente le vittime di episodi di violenza, minacce ed atti persecutori, «a denunciare e confidare nell’aiuto delle forze dell’ordine per interrompere un ciclo di violenze e garantire la propria sicurezza». Importante inoltre, come rimarcano i militari, migliorare e potenziare le strutture protette dedicate alle vittime, offrendo così un sostegno concreto ed efficace.

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