Via Diaz, arrivano i dossi: «Ma qui servono i vigili». Strade pericolose, Zampacavallo continua la battaglia: qui sua moglie morì investita

Via Diaz, arrivano i dossi: «Ma qui servono i vigili». Strade pericolose, Zampacavallo continua la battaglia: qui sua moglie morì investita
Via Diaz, arrivano i dossi: «Ma qui servono i vigili». Strade pericolose, Zampacavallo continua la battaglia: qui sua moglie morì investita
di Francesca Pasquali
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Lunedì 13 Dicembre 2021, 07:05

FERMO  - «I dossi non sono la soluzione. La gente rallenta un attimo e riaccelera. Così, è ancora più pericoloso». Non è contento, Enzo Zampacavallo, dei dossi che il Comune ha fatto mettere in via Diaz. Sono stati installati venerdì, all’inizio della strada, verso San Giuliano. Uno per carreggiata, sfalsati di pochi metri. È stato pure diminuito il limite di velocità che, adesso, in quel tratto, è di 30 km/h.

Ma per il residente, che proprio lì, nel settembre 2018, ha perso la moglie, investita sulle strisce, e il cui figlio, lo scorso novembre, è stato urtato per fortuna senza gravi conseguenze, la soluzione trovata non è delle migliori. «È una scelta tecnica sbagliata perché limitano la velocità in quel punto, ma poi la gente continua a correre. Va prima studiato quello che succede in via Diaz, poi bisogna intervenire. L’unica cosa da fare sono le multe», dice Zampacavallo. Per il quale, a controllare che gli automobilisti rispettino i limiti dovrebbero essere i vigili urbani. «Dopo aver messo i dossi – fa sapere – nessuno si è degnato di verificarne l’effetto.

Io che vivo lì posso dire che l’ottanta percento degli automobilisti continua a non rallentare e che, se lo fa, riaccelera subito dopo, proprio nel punto dell’attraversamento pedonale».

Se n’è accorta a sue spese la figlia che, poco dopo l’arrivo dei dossi, ha attraversato la strada sulle strisce e ha rischiato di essere investita. E, se proprio il Comune voleva puntare sui dossi, avrebbe potuto metterne uno rialzato, sull’attraversamento pedonale, come in viale Trento, di fronte alla stadio, prosegue Zampacavallo. Che, però, resta convinto che «l’unico deterrente sono i rilevatori di velocità». Una battaglia che va avanti da anni. «A ottobre 2015 – racconta –, poco dopo la sua elezione, sono andato dal sindaco Calcinaro per denunciare la situazione».


La soluzione, i residenti, ce l’avrebbero: il senso unico in salita, «una scelta radicale che il sindaco non vuole prendere in considerazione». Anni di appelli che hanno fiaccato l’uomo. Che, però, non molla: «Sono stanco. Questa storia mi sta logorando. L’unica risorsa che mi rimane è un confronto con il mio avvocato per valutare la possibilità di un esposto», conclude.

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