Murri, emergenza medici. Calcagni, presidente dell’Ordine, lancia l’allarme: «Situazione drammatica e nella zona montana va peggio»

La cerimonia al teatro dell'Aquila di Fermo (Foto Sara Valentini)
La cerimonia al teatro dell'Aquila di Fermo (Foto Sara Valentini)
di Francesca Pasquali
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Domenica 29 Maggio 2022, 06:05

FERMO - Una situazione «drammatica». Con «carenze che riguardano in particolare pronto soccorso, Cardiologia e le branche chirurgiche che hanno difficoltà a svolgere un’attività programmata per l’indisponibilità delle sale operatorie». E con «il 30% dei medici di famiglia e dei pediatri che, nel giro di due anni, ha lasciato il lavoro e che non possono essere sostituiti per mancanza di medici dovuta a un’incapacità di previsione del fenomeno». 

 
Il quadro
È un quadro fosco quello dipinto da Anna Maria Calcagni. Ieri pomeriggio, la presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Fermo ha riunito al teatro dell’Aquila i camici bianchi della provincia per la tredicesima edizione della Giornata del medico e dell’odontoiatra. Ha puntato i riflettori sulla carenza dei medici di medicina generale, soprattutto nell’entroterra e nelle zone montane. Come ad Amandola, dove in tre sono andati in pensione ed «è stato possibile gestire la situazione solo perché quelli rimasti in attività si sono fatti carico dei pazienti». 


I correttivi
«Qualche correttivo – ha detto la presidente – è stato fatto sia a livello di borse di studio per la specializzazione, con la riduzione dell’imbuto formativo, sia con un aumento dei posti della facoltà di Medicina, dopo la pressione degli Ordini che, dopo dieci anni, sono stati finalmente consultati e i rapporti con l’Area vasta 4 che si sono intensificati, condividendo soluzioni di fronte ai problemi che mano a mano si sono venuti a creare». Non nega i problemi Roberto Grinta. «Stiamo vivendo un momento delicato per la carenza di medici», ha ammesso il direttore dell’Area vasta 4.

Che ha tirato le orecchie al «legislatore che, a differenza dei medici che si sono sempre adeguati ai nuovi cambiamenti, tiene legata la sanità ai vincoli di dieci anni fa». Ha, invece, rincuorato i tanti preoccupati per un possibile accorpamento tra le tre aree vaste del sud della regione, Marco Marinangeli. «La nostra scelta – ha spiegato il consigliere regionale – è di dare un’autonomia gestionale e finanziaria a tutte le cinque province» e questo «comporterà un riequilibrio delle risorse in maniera più corretta e appropriata». 


Il riordino
Le novità dovrebbero entrare in vigore il 1° gennaio 2023. Platea gremita per la reunion dei camici bianchi, con la consegna dei riconoscimenti a quelli in servizio da 25 e 50 anni e con il giuramento di Ippocrate dei nuovi iscritti all’ordine. A loro s’è rivolto il sindaco Paolo Calcinaro che ha ricordato «la grande disponibilità dei medici del centro vaccinale» fermano durante le fasi critiche della pandemia e ha augurato alle nuove leve di «prendere ispirazione da quei giorni e da quel senso di partecipazione sanitaria e comunitaria». La pandemia ha fatto da filo conduttore agli interventi istituzionali. Con il presidente della Provincia Michele Ortenzi che ha sottolineato «il lavoro di squadra che ha contribuito a superare questo momento così difficile» e «gli sforzi fatti tutti insieme per arrivare alla situazione di oggi e a un periodo terribile che ci stiamo lasciando alle spalle». Ortenzi ha anche puntato l’attenzione sulla necessità di cambiare «una mentalità che ha portato la medicina a curare soprattutto la malattia, dimenticandosi dell’essere umano», e di aprirsi a «una medicina antropologica che rimetta al centro la persona». Concetto ripreso dall’arcivescovo Rocco Pennacchio che ha spronato i medici a «non dimenticare mai di avere di fronte non un corpo con una patologia, ma una persona».

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