Sibillini ad alto gradimento, ma il turismo è mordi e fuggi perché mancano tanti posti letto

Scenari da incanto sui Sibillini
Scenari da incanto sui Sibillini
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Mercoledì 7 Luglio 2021, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 10:46

FERMO - Un incastro che potrebbe funzionare. A patto di fare squadra e remare tutti nello stesso verso. Quello del turismo del Fermano. Che significa costa, borghi e montagna. Il punto di partenza è lo stesso, l’obiettivo pure. Basta darsi da fare.

E collegare una volta per tutte questa fascia di terra che tanto ha da offrire. E siccome i vacanzieri del mare, di starsene al sole, alla fine, si stufano e quelli della montagna, almeno un giorno sulla costa, di solito, se lo fanno, le basi per lo scambio ci sono. Il mare si conferma meta prediletta dei turisti del nord Italia. Di stranieri, invece, se ne vedono pochi. Quelli che ci sono stanno nell’entroterra. Nelle case ristrutturate e nei b&b. Turismi diversi, da far incontrare nella seconda estate del Covid. Che, come la prima, promette di far volare la montagna. 

«C’è una vera riscoperta dell’entroterra, soprattutto del Parco nazionale dei Sibillini, ma anche dei paesi limitrofi. I primi dati sono molto confortanti, anche migliori di quelli dell’anno scorso», dice Fabrizio Vergari, sindaco di Santa Vittoria in Matenano e presidente dell’Unione Montana dei Sibillini che, adesso, dovrà metabolizzare la scissione di Comunanza, effettiva dall’anno prossimo, e rimboccarsi le maniche. Sul versante fermano, i sei Comuni montani, la bandiera del gioco di squadra, almeno a parole, dicono d’averla abbracciata da tempo. «Cerchiamo di fare il massimo, di dare ospitalità e far conoscere le nostre bellezze, anche se molti edifici sono ancora chiusi per il terremoto», spiega Vergari che, domenica scorsa, ha accolto una comitiva di fermani e sangiorgesi. Segno che l’entroterra comincia a incuriosire anche chi ce l’ha a portata di mano. 

Ma il grosso lo fanno gli stranieri. Inglesi, tedeschi e olandesi, più che altro, ormai di casa nelle zone di montagna.

Che, però, fanno i conti con la penuria di posti letto. Il problema della ricettività nell’entroterra non è di oggi. Il sisma ha peggiorato le cose. Anche per questo, quello montano, è più che altro un turismo mordi e fuggi. Come quello degli umbri sulla costa. Che arrivano la mattina e ripartono la sera. Pendolari del mare, che aiutano, ma non risolvono «una stagione cortissima, che va da metà luglio al 23 agosto». Poco più di un mese. Troppo poco, per parlare di ripresa, per Gianluca Vecchi, che torna a perorare la causa di «un brand fermano per “vendere” il territorio». Del progetto di Amandola di prendere i turisti del mare, ospiti di villaggi vacanze e b&b, e portarli a visitare il Comune montano, il presidente dell’Ataf (Associazione turistico-alberghiera del Fermano) dice di non sapere niente. «Mi auguro solo che potranno usufruirne anche gli ospiti degli alberghi», taglia corto. L’idea, che tanto assomiglia ai bus di Marca Fermana, però, gli piace, perché «è a vantaggio del turista». L’unica pecca, spiega, è che le gite sono gratis. Andare alla scoperta del Fermano senza spendere un soldo potrebbe far passare ai vacanzieri la voglia di pagare per i pacchetti organizzati dagli alberghi, il ragionamento. 

Per il resto, ben venga il mix mare-montagna, «per portare sulla costa il turista che magari non verrebbe per il mare». Gli altri, quelli del mare “prima scelta”, il loro posto al sole l’hanno già blindato. Concentrato, perlopiù, nelle classiche due settimane a cavallo di Ferragosto. Tra sette e dieci giorni la durata media delle vacanze. Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna le regioni che daranno più soddisfazioni. Seguite da Piemonte, Toscana e Lazio. «Pochissimi», invece, gli stranieri.
Francesca Pasquali

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