Metrotranvia sul tracciato della vecchia ferrovia del Fermano: riparte il pressing, si pensa al Recovery plan

Metrotranvia sul tracciato della vecchia ferrovia del Fermano: riparte il pressing, si pensa al Recovery plan
di Serena Murri
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Lunedì 20 Novembre 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 12:08

FERMO - Non solo strade, occorre pensare alla ferrovia. E non solo quella Adriatica. A Porto San Giorgio esperti a confronto sul progetto della metrotranvia, cullato da anni. Se n’è parlato alla Sala Imperatori durante un incontro organizzato dal Pd. A moderare, il segretario Michele Amurri che ha introdotto il tema e le proposte dal partito. La metrotranvia Mare-Monti è un’infrastruttura che potrebbe collegare la costa alla montagna, con un basso impatto ambientale e conseguente alleggerimento del traffico sulla città.


La battaglia


Dalla segreteria regionale del Pd è intervenuto anche Alessandro Del Monte che ha ricordato «il ruolo strategico di infrastrutture e trasporti per la transizione tecnologica ed ecologica.

Il Recovery plan avrebbe dovuto avere un ruolo fondamentale per il potenziamento delle infrastrutture riducendo impatti ambientali, ma serve una visione integrata del territorio».

A parlare a nome della segreteria provinciale del Pd, Elisabetta Baldassarri, che ha condiviso gli spunti di riflessione: «La sostenibilità non è più procrastinabile, servono azioni consapevoli e concrete. Come partito dobbiamo affrontare di petto certe questioni. No a situazioni legate a tragedie e alluvioni. No a disuguaglianze territoriali. La provincia di Fermo è quella con la percentuale più alta di spostamenti comunali, a fronte di una delle reti più carenti. Gli strumenti su cui incidere a livello territoriale ci sono».

Il tracciato ci sarebbe, andrebbe riattivato con un servizio all’avanguardia ma serve un progetto preliminare, sarebbe un servizio per chi lavora nell’entroterra, come ricordato da Gioacchino Fasino (Italia Mostra). Luca Romanelli, del Comitato per la metrotranvia, ha spiegato che hanno iniziato a lavorare sul tema da un paio d’anni, insieme alla Provincia: «Fermo, per più di 2.000 anni è stato baricentro delle Marche sud, ora è diventato un territorio residuale. La ferrovia Adriatica-Appennino è stata attiva dal 1908 al 1956. Abbiamo ripreso una battaglia per riutilizzare il tracciato vecchio della ferrovia, reinterpretato. A Fermo c’è un impoverimento progressivo della provincia a livello infrastrutturale che si riflette su altri aspetti, come la cesura fra costa ed entroterra con il rischio dell’abbandono delle aree interne molto forte, rendendo tutto meno attrattivo anche per gli investimenti».


La ricetta


Come se ne esce? «Cambiando la mentalità e cercando di capire quali forze servano per far recuperare competitività al territorio fermano, a partire dall’integrità del territorio, lo scambio continuo tra Fermo e l’insieme dei borghi e paesi dell’entroterra con il loro patrimonio di bellezza. Ripensare ad un percorso di riconnessione del nostro territorio». Da Cna, Luigi Silenzi ha fatto il quadro della situazione infrastrutturale: «La metropolitana di superficie riguarda tutto il territorio e non divide i Comuni, consentirebbe un’osmosi tra la costa e la montagna con grande facilità e possibile in giornata. Consentirebbe di pensare al territorio come un’unica città. Venticinquemila euro dalla Regione sono troppo pochi per il progetto di fattibilità, 5 o 10mila euro li metterà la Provincia, altri arriveranno dalla Cassa di Risparmio».


Il futuro


Per Legambiente e come membro del Comitato, Federico Spagnoli ha parlato di «soluzioni tecniche per la metrotranvia, un misto tra ferrovia e tram. Serve una viabilità molto più complessa ed organizzata, integrata magari all’ammodernamento della Mezzina». È intervenuto quindi il consigliere regionale, Fabrizio Cesetti: «Inserirò la metrotranvia - ha detto - nella legge sull’urbanistica e nel Recovery plan. Tutte le istituzioni devono farsi carico di un progetto come questo perché è sostenibile. Con la metrotranvia non servirebbe più la Mare-Monti». In chiusura, Christian De Luna, segretario dei Giovani democratici, ha ammesso che il tema riguarda i giovani, per chi dalla costa deve raggiungere l’entroterra ed ha confermato l’intento di ampliare il dibattito da parte del partito.

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