Fermo celebra la Festa della Repubblica, gli ufficiali dell'Arma Gismondi e Tartaglione nuovi commendatori

Fermo celebra la Festa della Repubblica, gli ufficiali dell'Arma Gismondi e Tartaglione nuovi commendatori
Fermo celebra la Festa della Repubblica, gli ufficiali dell'Arma Gismondi e Tartaglione nuovi commendatori
di Francesca Pasquali
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Venerdì 3 Giugno 2022, 09:20

FERMO - Torna ad abbracciare i fermani la Festa della Repubblica. Dopo due anni di restrizioni per via del Covid, ieri, le celebrazioni hanno ripreso il programma pre-pandemia. Con la messa in Duomo, officiata dall’arcivescovo Rocco Pennacchio, la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica davanti al Monumento ai caduti, il momento di raccoglimento di fronte alla lapide in piazza del Popolo e la consegna delle onorificenze in Prefettura.

La mattinata è cominciata alle 10 con la messa in Cattedrale.

Imponente lo schieramento di autorità civili e militari che hanno preso parte alla cerimonia per il 76esimo anniversario della Repubblica. Sul selciato del Girfalco si sono succedute l’alzabandiera, l’esecuzione degli inni d’Italia e d’Europa, la deposizione della corona d’alloro e la lettura del messaggio di Sergio Mattarella da parte della prefetta Vincenza Filippi.


«Come 75 anni fa, siamo a un tornante del nostro cammino dopo le due grandi crisi globali: quella economico-finanziaria e quella provocata dalla pandemia. Come lo fu allora, questo è tempo di costruire il futuro. La Costituzione ha indicato alla Repubblica la strada da percorrere. Il filo tessuto con il Risorgimento e la Resistenza ricompone qui la tela di una civiltà democratica che sa parlare al mondo, senza essere in balia di forze e potenze che la sovrastano», alcuni passaggi del discorso del Capo dello Stato. Le celebrazioni si sono, poi, spostate in piazza del Popolo, con la deposizione della corona d’alloro davanti alla lapide che ricorda la liberazione della città.

Qui, il sindaco Paolo Calcinaro ha parlato del Fermano come di «un territorio piccolo ma con una sua forza nell’essere piccolo: la conoscenza, a volte personale e non dispersiva, che può essere un valore aggiunto». L’ultima tappa della mattinata s’è svolta in Prefettura, con la consegna delle onorificenze. Da ieri, il Fermano ha due nuovi commendatori dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: il comandante della Compagnia dei carabinieri di Fermo, il tenente colonnello Nicola Gismondi, e il generale dell’Arma Carlo Tartaglione.


Trentadue anni di carriera militare alle spalle, Gismondi è arrivato a Fermo poco meno di due anni fa. Il riconoscimento – si legge nella motivazione – gli è stato conferito «per le capacità dimostrate nel corso della sua attività professionale e per i proficui risultati ottenuti». Volontario in associazioni sportive e di promozione sociale, nel corso della sua carriera, «ha spesso intessuto proficue collaborazioni in delicate indagini di polizia giudiziaria per reati associativi in materia di stupefacenti, rapine, furti e ricettazione e, in occasione del sisma e delle nevicate di gennaio 2017, ha dato un significativo contributo nella gestione delle emergenze». Ha origini fermane da parte di madre il generale Tartaglione, nei carabinieri dal 1980.


Una lunga carriera che, da sottotenente, l’ha portato ai vertici dell’Arma. Dal 2007 al 2012 è stato comandante provinciale a Trieste, per poi passare al comando della Regione Carabinieri Marche, come capo di stato maggiore, poi come vicecomandante. Ha svolto diversi incarichi all’estero e ha ricevuto numerose onorificenze. Ha fatto parte della commissione ministeriale che stabilisce gli standard qualitativi, il grado di protezione e i protocolli di collaudo dei giubbotti antiproiettile flessibili e dei caschi antiproiettile ancora in uso nell’Arma.

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