Lavori in ritardo, cresce la rabbia al Conservatorio di Fermo: «Basta, la musica deve vincere sulla burocrazia»

Lavori in ritardo, cresce la rabbia al Conservatorio di Fermo
Lavori in ritardo, cresce la rabbia al Conservatorio di Fermo
di Chiara Morini
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Venerdì 23 Giugno 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 10:44
FERMO - «La musica deve vincere sulla burocrazia non ci sono alternative. Va restituita la funzionalità al Conservatorio Pergolesi». È la richiesta che arriva a gran voce dal Conservatorio di Fermo, e in sostanza quanto contenuto in una lettera aperta che il presidente Igor Giostra, il direttore Nicola Verzina, il consiglio accademico, e i docenti del Pergolesi hanno firmato e inviato al sindaco di Fermo e al presidente della Provincia. Un incontro con la stampa per ribadire le posizioni della consulta degli studenti assunte nei giorni scorsi, riguardo il protrarsi dello stallo dei lavori. 


Le cifre


«Il Conservatorio – commenta il direttore Verzina – è e resta un bene di tutti. Degli studenti, dei 450 nuovi iscritti, in prevalenza fuori sede, di cui il 12 % di stranieri, che hanno scelto la nostra realtà con un conseguente impatto sull’economia locale». Studenti ma anche maestri, e altri che lavorano all’interno del conservatorio per le attività didattiche e di eventi. «I più danneggiati sono gli studenti – aggiunge il direttore - poi ci sono gli eventi. Mancano gli spazi adeguati, avremmo voluto che si fossero presentati Comune, Provincia, azienda, per capire come stavano le cose».


Gli spazi


Gli studenti fuorisede sono tanti e, come hanno più volte ribadito dalla Consulta, il problema degli spazi si fa sentire. «Dove studiano gli studenti – commenta Simone Tenerelli presidente della Consulta – se negli studentati o in casa non hanno spazio? Studiare ed esercitarsi meritano i giusti spazi ad oggi non garantiti». Il nodo centrale, il più problematico, è quello relativo al piano fiati, e il presidente Giostra ricorda che «il ripristino dei lavori ci coinvolge tutti altrimenti il Conservatorio non sarebbe vissuto come tale nella memoria storica e culturale del territorio.

La situazione è grave, ma c’è da dire comunque che economicamente gli enti ci hanno sempre sostenuto. Quello che noto è un difetto di comunicazione, e vorremmo avere una certezza nei tempi». Quello che in sostanza chiedono con la lettera, è che «riprendano immediatamente i lavori e che questi vengano terminati entro settembre 2023, in modo da permettere la regolare ripresa della didattica per l’anno accademico 2023/2024».


I tempi


Chiarezza comunicativa, ma anche, aggiunge Giostra, «chiarezza sulle interlocuzioni, vorremmo poterci organizzare. È vero, i cantieri sono più lunghi, non sarebbe nemmeno il primo caso questo, ma almeno ci diano uno spazio esterno. Non possiamo permettere che l’incuria abbia il sopravvento sulla dedizione e sull’operosità dei maestri e degli allievi che sono costretti a frequentare le lezioni in condizioni non più tollerabili». Se si escludono le lezioni strumentali, ci sono anche quelle teoriche che gli studenti non possono frequentare in aula, ma devono seguire in Dad. «In questo modo – aggiunge Simone Tenerelli – viene meno lo spirito universitario, non possiamo vivere il senso di comunità alle nostre lezioni collettive». Quanto agli spazi, quando saranno terminati i lavori e il Fermo Tech andrà all’ex mercato coperto, Verzina ricorda che «ci sono stati promessi quegli spazi del Buc». «Dobbiamo tutelare il diritto allo studio – chiudono in coro docenti, studenti, presidente e direttore – e cercare un equilibrio, elemento imprescindibile proprio come nella musica. I ritardi ormai non si possono più giustificare: il Pergolesi non è solo una scuola, ma un luogo di crescita personale e professionale che appassiona moltissimi giovani che scelgono la musica per farne un lavoro».

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