Sindaci alla guerra dell’acqua ma non rifilateci una stangata

Sindaci alla guerra dell’acqua ma non rifilateci una stangata

di Lolita Falconi
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Sabato 5 Agosto 2023, 10:27

Sono trascorsi mesi da quando il dibattito si è aperto e nonostante il tempo passato nessuna soluzione è stata ancora trovata. Anzi, si è acceso lo scontro e sono emerse nuove importanti divisioni che non fanno intravedere nulla di buono all’orizzonte. Stiamo parlando della gestione del servizio idrico nel Maceratese che nel breve periodo dovrà essere affidato a un unico gestore. In mancanza si aprirebbero scenari inediti, con il rischio che il servizio venga messo a gara e finisca in mani private.

Epilogo che, a parole, tutti i sindaci dell’Aato3 vogliono scongiurare. Il problema è che passare dagli attuali sei gestori (Apm, Atac, Acquambiente Marche, Assem, Assm, Astea) a uno, si sta rivelando più complicato del previsto. Intanto un piccolo recap: è la legge nazionale a prevedere la necessità di un gestore unico del servizio idrico integrato. Una soluzione che peraltro, se adottata con più solerzia nel Maceratese, avrebbe consentito in questi anni non solo una gestione più razionale, ma anche di non perdere finanziamenti milionari per ammodernare le infrastrutture idriche. Investimenti a cui invece i gestori hanno dovuto e dovranno provvedere con proprie risorse che pesano e peseranno sulle bollette degli utenti. Questo il passato e il presente.

Per il futuro invece c’è da dire chiaramente che senza un accordo la gestione, alla prossima scadenza, potrà essere messa a gara. Con il rischio, come si diceva, che il servizio idrico possa essere gestito anche dai privati. Un rischio che i sindaci a parole dicono di voler scongiurare salvo poi non riuscire mai a trovare una soluzione condivisa. In questi mesi la discussione è stata ampia e i toni sono stati piuttosto accesi. Al centro del dibattito da settimane continua ad esserci il modello della società consortile per la gestione del servizio idrico: quella di primo livello proposta dal presidente dell’Aato3 Alessandro Gentilucci e dalla maggioranza dei sindaci di centrodestra, e quella di secondo livello proposta invece dal centrosinistra. Qual è la differenza tra le due? In quella di primo livello i soci sarebbero sia i Comuni dell’ambito sia le società operative, di cui alcuni Comuni sono soci, e che attualmente gestiscono il servizio idrico integrato. Optando per questa scelta gli amministratori della società consortile verranno nominati dai sindaci piuttosto che dalle società operative.

Nella società di secondo livello invece i sindaci vengono in qualche modo messi alla porta e i soci sono solo le società operative che attualmente gestiscono il servizio. Sul discorso primo e secondo livello da settimane va in scena un braccio di ferro importante, che si sta palesando anche a colpi di conferenze stampa e dichiarazioni pubbliche. Un fiume di parole, di prese di posizione e di rinvii con il risultato che il tempo scorre e una decisione ancora non arriva. Nel 2025 scadono le convenzioni per la gestione con le attuali società affidatarie e 18 mesi prima della scadenza, quindi entro quest’anno, entro il 2023, devono essere avviate le procedure per il subentro del nuovo gestore unico. Una scadenza che ormai è davvero prossima e l’auspicio è che i sindaci del Maceratese, dalla montagna al mare, trovino la giusta strada per evitare che un servizio così importante per tutta la comunità passi nelle mani dei privati. Le divisioni, i distinguo e le spaccature hanno fatto avanzare il dubbio che ci sia in realtà chi fa finta di dividersi sul modello di società pubblica da privilegiare, di primo o di secondo livello, e in realtà punti diritto verso la privatizzazione. Dubbio avanzato nei giorni scorsi dal segretario provinciale del Pd Angelo Sciapichetti che aveva appunto osservato come il tempo passi senza che si veda una soluzione condivisa a pochi mesi dal termine ultimo per una scelta che garantisca il mantenimento del servizio idrico nella sfera pubblica. Il sindaco di Macerata e presidente della Provincia Sandro Parcaroli qualche giorno fa è intervenuto per sottolineare che l’unica cosa importante non è il modello di società consortile pubblica ma che questa sia economicamente sostenibile. «Per questo ho chiesto ai tecnici un piano economico finanziario per vedere se il tutto si regge e se è sostenibile», ha spiegato Parcaroli. Speriamo che i sindaci, la politica in generale, trovino presto una soluzione. Speriamo che questo dibattito abbia uno sbocco positivo. Speriamo che si faccia la scelta giusta per salvaguardare gli utenti, già alle prese con i rincari e l’inflazione. Che sicuramente faticherebbero a fronteggiare nuove stangate in bolletta.
 

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