Cambiare il paradigma con l’esempio di Maria

Cambiare il paradigma con l’esempio di Maria

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 3 Maggio 2020, 12:44
San Paolo VI ha scritto nella Marialis Cultus che “non si può essere cristiani se non si è mariani”. E il suo successore Papa Francesco esorta tutti noi ad affidarci alla Madonna per diventare strumenti della misericordia e della tenerezza di Dio. In un momento in cui tutti ci riscopriamo figli, quindi bisognosi dell’affetto e del consiglio che solo una madre può dare, l’Italia e il mondo hanno davanti una prospettiva terribile e carica di speranze: quella di poter cambiare paradigma, mutare l’atteggiamento e l’impostazione della nostra vita individuale e collettiva. In oltre duemila anni, la Madre di Gesù è stata l’ispiratrice di programmi esistenziali ed epocali che hanno inciso in profondità sulle conversioni e i riposizionamenti di milioni di esseri umani e di intere generazioni. Nelle difficoltà apparentemente insormontabili, la devozione mariana ha avuto un ruolo persino geopolitico che ha calibrato e spesso rivoluzionato la visione del mondo. Intere civiltà hanno ribaltato gli errori in virtù proprio quando la storia sembrava condannarle a una direzione opposta. Nei regimi più atei di ogni tempo, la Madonna (Lourdes, Fatima, Guadalupe, Czestochowa, Medjudorje) ha toccato i cuori di milioni di fedeli, ha ottenuto miracoli, conversioni e grazie da suo Figlio, come conseguenza di una testimonianza eroica e di una intercessione fondata sul cammino condiviso con il Risorto. La Vergine Maria, Ponte di Grazia, non ha bisogno di nuovi dogmi o di nuove qualifiche, perché Lei mette al mondo il Salvatore ed è l’unica a restargli fedele fino ai piedi della croce. Nel Vangelo sono pochissime le parole attribuite a Maria, perché lei, come accade nell’autentico apostolato, lascia parlare i fatti, i segni, la profezia dei gesti. Il primo miracolo attribuito a Gesù, la trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana, avviene proprio su richiesta della Sua mamma terrena e celeste. La Madonna è tutt’altro che un semplice santino. Il Vangelo ci dice che serbava nel suo Cuore Immacolato – al quale il primo maggio è stata consacrata l’Italia – tutto ciò che vedeva compiersi sotto i suoi occhi. Il silenzio di Maria è la suprema dimostrazione di quella che San Francesco chiamava la predicazione delle opere. La Madonna non è un amuleto, consacrarsi a lei significa cambiare radicalmente gli stili di vita e le condotte che hanno provocato sofferenze e danni collettivi. Il suo messaggio è per la provvidenziale comunione, mai per la diabolica contrapposizione. Equivale a sciogliere quei nodi che Papa Bergoglio la supplica ogni giorno di dirimere per il bene comune. In molti passi delle Scritture si rappresenta la Santa Famiglia di Nazaret come un’unità indivisibile e nelle visioni dei santi lo scontro finale tra il bene e il male avverrà proprio sulla difesa della “chiesa domestica”. Maria, la donna senza peccato, oggi può realmente soccorrere l’intera umanità in tempo di pandemia. Non è un calcolo, né un’ostentazione di spiritualismo ma un affidamento sincero e autenticamente riformatore che muove dall’interno il genere umano. Una forza invisibile eppure presentissima che, ci auguriamo, spinga in queste ore tanti responsabili delle nazioni a inginocchiarsi davanti all’esempio di Maria prima di prendere decisioni da cui dipende il futuro di miliardi di persone. Noi continueremo, come stanno facendo ogni sera milioni di credenti, a invocare l’aiuto di Maria rivolgendoci a lei con la più semplice e bella delle espressioni di fede: Ave Maria. Lei è modello di tutti coloro che assistono i sofferenti, perché ha sperimentato le tribolazioni che solo una madre può concepire, inclusa la crocifissione (supplizio disonorevole e infamante) di un figlio innocente. Portiamo nel mese mariano la memoria di tutte le sofferenze, ingiustizie, disumanizzazioni che sventuratamente l’emergenza sanitaria porta con sé e prostriamoci a Maria prendendo a prestito la somma genialità poetica di un grande italiano, Dante Alighieri: “Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio”. Non abbiano timore i governanti a chiederle suggerimento come si fa alla propria mamma.
*Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
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