Il costo dell’energia sta crescendo con previsioni di significativi aumenti delle bollette per tutti noi: il gas dovrebbe aumentare del 30% mentre la luce potrebbe incrementare del 20% fino ad arrivare al 40% come anticipato dal ministro della Transizione Ecologica Cingolani. Sicuramente ad ottobre avremo un aumento delle bollette ma questo non sarà conseguenza delle politiche economiche appena avviate per una concreta transizione ecologica per la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2050. Entro questa data, l’Unione europea si è impegna a raggiungere il traguardo delle “emissioni zero”, il punto di equilibrio da raggiungere dove le emissioni di gas ad effetto serra non superano la capacità della terra di assorbirle, e ridurre a zero l’impatto climatico.
Può sembrare un progetto ambizioso per le tante azioni e trasformazioni da adottare, ma rappresenta l’unica strada possibile, “there is no planet B”. Per questo è stato avviato il progetto Green Deal Europeo, che ha condizionato anche il PNRR italiano, dove per la transizione ecologica si ha la percentuale più alta di contributi, oltre il 30%. Nel recente passato per l’energia abbiamo solo bruciato le risorse fossili del pianeta, producendo impatti evidenti sui cambiamenti climatici. Vi è ora la necessità di invertire questo percorso, altrimenti non vi sarà nessun futuro per le nuove generazioni. È possibile che queste scelte abbiano dei costi, come l’aumento del costo dell’energia, ma occorre evitare che queste scelte di politica economica siano scaricate sulle bollette dei cittadini. Da parte del Governo si dovranno proporre politiche adeguate di compensazione e incentivazione che evitino conseguenze sociali per le categorie più vulnerabili.
La prima sarà incentivare il risparmio energetico e dato che consumiamo più di un terzo dell’energia nel condizionamento climatico degli edifici dove viviamo e lavoriamo, il piano sulla riqualificazione degli immobili dal punto di vista energetico, il cosiddetto 110%, deve essere mantenuto per consumare meno fonti fossili. La seconda azione è puntare ad un ulteriore sviluppo delle energie rinnovabili, molto più economiche delle altre fonti energetiche.
L’energia da fonti rinnovabili costa molto meno del gas naturale e di ogni altra fonte energetica. Nelle scorse settimane è riemersa l’opzione nucleare, quello di quarta generazione, più sicura, così almeno si è espresso il ministro della Transizione Ecologica Cingolani. Ma l’energia nucleare è molto più costosa di quella da fonti rinnovabili. I costi di costruzione sono molto alti così come i costi per lo smaltimento delle scorie, quasi insostenibili quando la centrale si spegne, dopo 40-60 anni dalla costruzione.
La scelta nucleare è consegnare ai nostri figli un problema di difficile soluzione. In Italia, un Paese ad alto rischio sismico, chi vorrà una centrale nucleare o un sito per custodire le scorie nucleari vicino casa? Ad oggi pur costruendo impianti più sicuri non esiste una soluzione definitiva e sicura allo smaltimento delle scorie nucleari. Fintanto che questo problema non troverà soluzione, la vera sostenibilità ambientale si raggiungerà con energia prodotta dalle rinnovabili. Il Governo dovrebbe attuare politiche economiche e sociali per favorire questo. Purtroppo, non esiste altra strada.
* Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche