Social e streaming in declino Il cinema recupera terreno

Social e streaming in declino
Il cinema recupera terreno

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 8 Settembre 2023, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 08:58

Come butta per le piattaforme di streaming? Non tanto bene. Per Disney+ piuttosto male, l’ultima trimestrale registra oltre mezzo miliardo di rosso e abbonati in calo, sempre meglio del miliardo abbondante di passivo dell’anno scorso ma una gran botta comunque, e in borsa il titolo Disney continua a perdere, mercoledì ha chiuso a 81 dollari scarsi, dal dicembre 2020 il calo è drastico, poco meno del 50%, pochi titoli han fatto peggio fra quelli dello Standard & Poor’s 500. Per giunta gli azionisti son sul piede di guerra, la società di investimenti Stourbridge ha fatto causa ai vertici dell’azienda per false comunicazioni attorno ai dati della piattaforma. Come finirà il processo lo vedremo, certo è che Disney+ non sta andando secondo le previsioni, si sosteneva avrebbe cominciato a generare utili nel 2023 (ciao còre) o al più tardi nel 2024 (la cosa appare complicata). Netflix dal canto suo è in attivo e anche gli abbonati sono cresciuti nel secondo trimestre, ma la società mette in conto possano calare nei prossimi mesi. Mentre Amazon Prime ha iniziato a sforbiciare brutalmente, e vale a dire senza manco concedere agli autori di girare un frettoloso finale, le serie che han dimostrato di funzionare meno, e non son poche e il segnale non è bello. Niente di sorprendente in verità. Le piattaforme di streaming si sono moltiplicate, logico che nel breve periodo tutte soffrano l’accresciuta concorrenza. Nel medio, alcune, non certo le tre citate, chiuderanno i battenti, la sventurata e da nessuno rimpianta Itsart ha fatto da apripista. Però. Recupero - ed è un miracolo, ritrovo mai nulla, quel che con tanta cura archivio perdo, non ho capito come - recupero dunque un articolo del maggio 2022. Appena sedici mesi fa, la Nielsen - leader nel settore delle analisi di mercato - vaticinava: «Lo streaming è il futuro della tv» (di passata, si può notare come ora le piattaforme stiano copiando le televisioni, rendendo convenienti gli abbonamenti con spot pubblicitari). Oggi da più parti si leggono parole molto diverse. IT Media Consulting, altra azienda mica composta da pirla, sostiene che nel medio-lungo periodo nel campo dell’intrattenimento lo streaming sarà messo in crisi dai social, prediletti dai giovani perché veloci e gratuiti (però, sicuri sicuri che i ragazzi abbiano la capacità di concentrazione di un paramecio e non amino nulla di più lungo e complesso d’un video tiktok?).

Secondo questa visione, le piattaforme continueranno a esistere, e si capisce, ma la loro fetta di mercato non potrà che ridursi. Sedici mesi fa lo streaming era destinato al trionfo, oggi se ne ipotizza il declino. A quanti ribaltamenti del genere abbiamo assistito. «Il Metaverso è il futuro. Trascorreremo una parte significativa della nostra vita in forma di avatar, socializzando con altri avatar, e avremo cagnolini avatar che non sporcano e figli avatar che se frignano li spegni». Ma dopo un battito di ciglia: «Vuoi vedere che il Metaverso sarà un flop epocale?». Ogni novità internettiana scatena entusiasmi smodati (e del pari incontrollate paure). Ogni novità internettiana viene identificata come “Il futuro”: magari giusto per qualche settimana, per sedici mesi. Non so se il futuro delle piattaforme di streaming sarà sfavillante o se saranno ridimensionate dai social o da qualcos’altro che al momento nemmeno immaginiamo, apparirà all’improvviso. Di sicuro - e non vi dico dove m’è scivolata una mano mentre lo scrivo - non potranno contare sul boost formidabile d’una nuova pandemia. Né sui postumi psicologici della pandemia trascorsa. Parecchie persone han faticato a tornare alla normalità sociale, ma infine il trauma l’hanno superato e le rivedi in giro, anche nelle sale cinematografiche. Quei cinema che, secondo previsioni innumerevoli, le piattaforme avrebbero spazzato via e invece stanno recuperando terreno, in Italia più lentamente che altrove e comunque anche qui abbiamo registrato mega assembramenti per “Barbie”, per “Oppenheimer” (se non l’avete ancora visto, andateci). E che continueranno a esistere accanto allo streaming, a Tiktok, a YouTube. Ché visione solitaria, magari su schermino cellulare, e visione condivisa su schermo gigante son due cose diverse.

*Critico cinematografico e opinionista

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