Vi siete preparati per settimane, con coscienza con puntiglio, avete letto ogni e qualsiasi articolo contenente consigli strategici, avete messo a punto una vostra strategia che vi sembrava infallibile, e compilato liste lunghissime? Avete imparato a memoria tutte le notifiche piovute sul cellulare e avete fatto incetta di volantini, e hanno costituito la vostra lettura preferita nelle ultime settimane? Avete fatto insomma tutto quanto in vostro potere per prepararvi al Black Friday, ma adesso che il gran giorno è arrivato vi sentite confusi e smarriti, incapaci di decidere a quale megaofferta - magari a tempo, e il tempo scorre veloce - abboccare, quale oggetto - mai desiderato sino a un clic fa eppure d’improvviso così allettante, però forse meno di quell’altro - portarvi a casa? Nessun problema, ci sono qua io per aiutarvi. Segnalandovi cinque fantastici (ehm) prodotti, imperdibili davvero, anche senza megasconto. Oggetti, alcuni almeno, non così facili da rintracciare perfino negli store più ipersuper? Poco male.
Tenete da parte questa pagina e sarete un pezzo avanti nella preparazione strategica dei prossimi Black Friday. Dunque. 1) “Dumb”. La prima intelligenza artificiale realmente friendly: perché difettosa come ogni essere umano, e un po’ di più. Dumb si incarica di ricordarvi ogni scadenza, ogni appuntamento: ma tende a dimenticare le cose. Dumb soffre il freddo, e in vostra assenza accende il riscaldamento a palla, al contempo staccando Il frigorofero, ché il risparmio energetico è importante. Dumb è sensibile, pretende attenzioni, vuol conversare con il suo proprietario, cerca un dialogo profondo sebbene conosca dieci frasette in croce e no, non ne impara di nuove. Se non la calcoli fa i dispetti, ti cambia il pin del bancomat, sporca (ma non troppo). Dumb ha paura del buio, perciò di notte si fa coraggio cantando: con slancio, volume esorbitante, stonando ferocemente. Finché non ti svegli e la coccoli.
2) Il prezioso volumetto che dice le cose come stanno. “Sei inadeguato e lo sarai sempre. Rasségnati” del professor Mortimer Downunder. Ovviamente pubblicato anche nella versione al femminile e nella versione schwa.
Il discorso quello li: “Oggi mi sento qatariota, mi sento arabo, mi sento africano, mi sento gay, mi sento disabile, mi sento un lavoratore migrante”. Un discorso in cui non una singola frase si regge in piedi. A meno di non considerarlo un monologo comico, degno, nel qual caso, di far schiattare d’invidia Woody Allen, Louis C.K., Ricky Gervais, i Monty Python ancora fra noi, e aggiungete nomi a piacere. Una copia la metto un pugnetto di petrodollari. Offerta valida fino a Natale.
*Opinionista e critico cinematografico