Un’esperienza di vita e fede: Don Oreste, grazie di tutto

Un’esperienza di vita e fede: Don Oreste, grazie di tutto

di don Aldo Buonaiuto
4 Minuti di Lettura
Domenica 5 Novembre 2023, 05:00

Sedici anni fa, proprio il 5 novembre, celebravamo le esequie del Servo di Dio don Oreste Benzi. Stare con don Oreste, trascorrere insieme intere giornate, condividere per anni ogni momento è stata un’esperienza di vita e di fede indimenticabile e irripetibile. Non scorderò mai quel primo incontro al palazzetto dello sport di Fabriano, ascoltare questo sacerdote che mi appariva come era: un gigante, in tutti i sensi.

Dopo anni di studio accademico presso le facoltà di filosofia, teologia e antropologia ascoltavo per la prima volta un Uomo di Dio che aveva la capacità di trasmetterti un messaggio profondissimo sulla vita di Gesù in un modo semplice e così ben applicabile alla realtà odierna. Con don Oreste ho respirato anche il suo debole per i frullati di aglio e di cipolla che la sorella Peppina gli preparava amabilmente tutte le mattine come un “antibiotico naturale”. Non mi capacitavo mai come potesse all’alba di ogni giorno ingerire quella bevanda così forte. Con Don Oreste c’era sempre da sorprendersi, anche per le piccole cose come quando (ritornando sul tema dell’aglio) a Roma prima di andare a depositare una proposta di legge per combattere la prostituzione coatta, fermandoci al noto bar Giolitti, chiese un cornetto alla marmellata “e possibilmente se mi può mettere all’interno un po’ di aglio”.

Mentre io non riuscivo a smettere di ridere vedevo la faccia del cameriere basita e sconvolta ma poi, con grande contegno, gli rispose che sarebbe andato in cucina a vedere se avevano l’aglio; e così anche al Giolitti di Roma don Oreste fu accontentato. Nonostante fosse immerso nei problemi e nelle tante, grandi tribolazioni delle persone che accoglieva nelle sue Case Famiglia in Italia e poi nel mondo, non spegneva mai il suo sorrisone e la sua voglia di trasmettere speranza e gioia. Quando doveva affrontare problematiche importanti diventava un guerriero e specialmente nei contesti mediatici mostrava la sua forza nel dire ciò in cui credeva. Ricordo sempre questo suo modo di approcciarsi anche con i potenti che aveva dinanzi. Se, ad esempio, stavano proponendo provvedimenti legislativi a svantaggio dei più fragili, lui non calibrava e né risparmiava la denuncia di quella che lui riteneva un’ingiustizia insopportabile.

L’amore per il prossimo, fuso all’amore che nutriva per Gesù e anche per la Vergine Maria, lo faceva essere una colonna della Chiesa ben salda, credibile e insostituibile.

Alla fine, tutti, compresi i suoi cosiddetti nemici, lo apprezzavano e ammiravano almeno per la sua coerenza. Anche dentro la Chiesa non fu sempre accolta la sua linea di pensiero perché era di rottura con tutto ciò che portava stagnazione e ipocrisia. Era avanti, a volte troppo, e così non sempre le strutture ecclesiastiche riuscivano a stargli dietro. A don Benzi piaceva vedere l’umanità in rivoluzione al fine di trovare le vie per liberare l’oppresso e far vincere l’Amore, e per questo aveva il coraggio di osare.

La sua grande umiltà a volte lo portava invece a frenarsi nel suo ruolo da protagonista. Quando veniva chiamato ad aiutare un sacerdote, un consacrato in difficoltà, in crisi o caduto in qualche trappola, lui lasciava qualunque altro impegno per dedicare tutto il tempo di cui quel consacrato aveva bisogno al fine di riabilitarsi, e poi continuava a seguirlo anche a distanza come fa un padre con il proprio figlio e fratello di sangue. Forse per questo ho sempre pensato che mi avrà tenuto così vicino, fin dal primo giorno del mio sacerdozio per custodirmi. Facendomi così restare aggrappato alle sue spalle. Abbiamo vissuto così tanto insieme e abbiamo anche sofferto specialmente per il male più inaudito compreso quello gratuito.

Affiancare una personalità così ispirata e vulcanica non poteva non pormi anche nel cono d’ombra dell’invidia e del malanimo, ma le prove e le delusioni hanno contribuito a rafforzare quella personalità e vocazione che lui ha plasmato e indirizzato verso il bene. Perché, come ripeteva la Scolastica, “ex malo bonum”. Proprio lui anche dinanzi alle avversità rispondeva sempre: “tutto è Grazia”. Sicuramente per me la sua presenza, amicizia e paternità sono state la Grazia più grande nella vita.

* Associazione ComunitàPapa Giovanni XXIII

© RIPRODUZIONE RISERVATA