Papa Francesco l’ha definita la “santità della porta accanto”. Nell’ottica evangelica della “Chiesa in uscita”, la celebrazione del 1° novembre diviene antidoto alla minacciosa “industria della distruzione”. La santità come alternativa alla superstizione e alla “cultura dello scarto” che insidia il nostro sistema di vita. «Si scartano i bambini, gli anziani, i giovani senza lavoro, i popoli», avverte il Pontefice. Ognissanti è tra le feste cristiane più belle dell’anno liturgico perché avvicina la nostra umanità all’immagine di Dio.
«La santità si addice alla nostra casa», recita il Salmo. Siamo stati già santificati dal Battesimo, ricevendo così la caparra di una santità senza fine. Gli uomini e le donne solennemente riconosciuti santi dalla Chiesa sono concretamente i fari che la cristianità sceglie di accendere nella storia affinché ognuno si senta spinto a seguire limpidi modelli di esistenza cristiana. In una società dove oggi sembrano gli influencer i veri esempi da imitare e persino da invidiare, la festa di tutti i santi si propone a noi in controtendenza. Per aprirci gli occhi sulla bellezza della vita reale, quella cioè dove l’Amore può cambiare l’umanità rendendola davvero sé stessa. Purtroppo queste giornate così sacre vengono, però, confuse con certi fenomeni pagani come Halloween che le nega e profana per metodo, obiettivo, sostanza. Una grave deviazione dalla retta via che rischia di spingere ancora una volta le nuove generazioni a “festeggiare” il nulla e, in alcuni casi, ad adorare direttamente il mondo delle tenebre. Ciò che rattrista è ascoltare persino certi insegnanti di religione o catechisti accanirsi nella grottesca difesa del pericoloso buio di Halloween a discapito della luminosa festa di Ognissanti.
Qualcuno si sente addirittura investito della “missione” di dimostrare la legittimità di un fenomeno culturalmente spiritualmente così scadente e pericoloso, confondendo la realtà storica con leggende o false interpretazioni personalizzate che nulla hanno a che vedere con la realtà. La festività cristiana di Ognissanti è l’esatto contrario della ricorrenza consumistica e neopagana di Halloween.
Nelle scuole si racconta la leggenda dell’irlandese errante Jack O’ Lantern che offrì l’anima al diavolo. E le maestre, fin dall’asilo, si prodigano a preparare le zucche in tutte le salse imprimendo così nelle menti degli alunni immagini e termini legati alle realtà sataniche e magico-esoteriche. Maschere macabre e mostruose che grondano sangue, streghe e fantasmi, scheletri e personaggi con asce in mano e cappi al collo vengono mostrate ovunque producendo un effetto di normalità, banalizzando l’orrore, dissacrando il senso della morte e dell’aldilà. Intanto c’è chi fa sul serio e non si ferma a giocare con le mascherine, vivendo questo periodo come un tempo dedicato al principe delle tenebre.
Il capodanno del satanismo – così viene definito il 31 ottobre – ha proprio lo scopo di voler trascinare tante anime in un inferno che inizia già sulla terra per coloro che si votano al male. I seguaci di satana considerano la partecipazione diretta o indiretta ad Halloween come l’adesione a un grande rito propiziatorio per ingraziarsi gli spiriti maligni. Altro che “dolcetto o scherzetto”.
* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII