La prima reazione dei mercati alla vittoria del candidato repubblicano su Hillary Clinton è stata nervosa, con una iniziale instabilità e la Borsa giapponese che non a caso ha ceduto oltre il 5 per cento. Poi, però, gli investitori hanno probabilmente cominciato a rendersi conto che, come ha commentato il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi, «il mondo non sta crollando». Così l'emotività iniziale ha ceduto il passo alla razionalità e si sono individuati alcuni filoni di possibile crescita nella nuova fase politica degli Usa. «Sull’azionario, una volta che si sarà ridotta la volatilità, le minori imposte sulle imprese e una regolamentazione più flessibile potrebbero offrire una spinta ai mercati», commentano gli esperti di Standard Life Investments, che però aggiungono che «un qualsiasi rialzo del dollaro o dei tassi di interesse sarebbe negativo».
Secondo gli esperti di Hsbc, le implicazioni a medio termine della vittoria di Trump «dipenderanno da quali tra le promesse politiche fatte riuscirà a implementare e in quali tempi.
La prospettiva di una politica fiscale più flessibile potrebbe essere utile per la domanda globale, ma il protezionismo rappresenta oggi una minaccia più grande e più immediata. Un regime commerciale meno aperto degli Stati Uniti - aggiungono da Hsbc - potrebbe potenzialmente danneggiare sia l'economia americana che l’export e la crescita del PIL nei suoi partner commerciali, in particolare Messico e Cina. A seconda delle misure specifiche che saranno intraprese, ci si potrà aspettare misure di ritorsione, così come potrebbe crescere il rischio di guerre commerciali e valutarie».