Scovati gli hacker italiani di "Anonymous"
15 denunciati, cinque sono minorenni

Scovati gli hacker italiani di "Anonymous" 15 denunciati, cinque sono minorenni
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Martedì 5 Luglio 2011, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 6 Luglio, 10:14
ROMA - Quindici denunciati, tra cui 5 minorenni, e decine di computer sequestrati: il bilancio dell'operazione che ha portato la polizia postale italiana a scoprire la cellula italiana di "Anonymous", la rete di hacher mondiale responsabile di diversi attacchi a siti istituzionali e di grosse aziende in tutto il mondo. L'operazione, però, non è conclusa: al vaglio degli investigatori ci sono infatti le posizioni di almeno una trentina di persone che, a vario titolo, avrebbero avuto rapporti con il gruppo che in Italia si è reso protagonista di attacchi a diversi siti istituzionali e di aziende tra cui quelli di Camera, Senato, Governo, Agcom, Eni, Enel, Finmeccanica, Mediaset e Rai.



Tra gli "anonimi italiani" c'è un ragazzo di 26 anni italiano ma nato e residente in Svizzera, nel Canton Ticino. Con il nickname di "Phre" organizzava e dava il via agli attacchi, mentre i target da colpire venivano scelti dopo una discussione tra tutti i partecipanti del gruppo, rigorosamente in Rete. Tra i denunciati ci sono anche cinque minorenni, il più piccolo dei quali ha 15 anni. Uno di loro aveva il compito di fare i cosiddetti "penetration test", cioè verificare la reale possibilità di portare a compimento le azioni. Gli attacchi realizzati dal gruppo sono stati decine a partire almeno da gennaio 2011 e sono proseguiti fino a ieri, quando Anonymous ha colpito il sito dell'Agcom. Agli indagati, a vario titolo, il Pm della procura di Roma Lori contesta i reati di accesso abusivo e danneggiamento al sistema informatico e interruzione di pubblico servizio. Reati che, nelle forme aggravate, prevedono pene che superano i 5 anni.



Decine le perquisizioni che sono state svolte questa mattina in diverse regioni italiane e in Svizzera: gli investigatori hanno sequestrato computer e materiale cartaceo che potrebbe consentire di risalire ad altri membri del gruppo. Dal materiale raccolto finora non emergono rapporti e legami tra gli indagati con gruppi antagonisti ed eversivi. La loro era un'azione "trasversale", hanno detto gli investigatori, che mirava a colpire diverse realtà sulla base di indicazioni che venivano anche da membri del gruppo di altri Paesi.



Ingenti i danni finora riportati da istituzioni e aziende che, una volta colpite dall'attacco, non sono in grado di erogare servizi all'utenza. Il ripristino della normale funzionalità del sito web spesso avviene dopo molte ore, a fronte di spese consistenti.
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