Tragedia al largo della Libia: si rovescia
un barcone, oltre 200 dispersi

Tragedia al largo della Libia: si rovescia un barcone, oltre 200 dispersi
di Lucio Galluzzo
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Domenica 24 Agosto 2014, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 12:48
POZZALLO - Sarebbero oltre 200 gli eritrei e somali diretti in Italia e dispersi alle tre di notte di venerd quando il barcone stracolmo su cui erano appena salpati si capovolto davanti al litorale di Guarabouli, 60 km a est di Tripoli.





E’ questa solo una delle tragedie della corsa verso l’ Europa avvenuta nelle acque libiche negli ultimi giorni, fatti tragici che nemmeno affiorano all’attenzione mondiale, sovrastati dalla guerriglia che infuria in Libia. «Abbiamo trovato a pochi passi dalla spiaggia- ha detto Abdellatif Mohammed Ibrahim, portavoce della Guardia Costiera locale- i resti di un’imbarcazione di legno su cui si erano imbarcati migranti sub sahariani. Siamo riusciti a salvarne 16, tra cui una bimba di un anno, altri 15 erano deceduti». Le ricerche di altri eventuali superstiti continuano al largo, tra gli approdi di Guabouli e di al-Qarbouli, 45 km a est di Tripoli, ma sino ad ieri sera erano stati tratti a riva solo 20 corpi di annegati. Tra le vittime anche un bambino di 18 mesi protetto da un salvagente, trascinato via dalle correnti.



CRESCE LA TENSIONE

Tripoli non si è fatta carico della sicurezza in mare dei migranti quando era controllata da un potere centrale coeso attorno a Gheddafi. Figurarsi oggi mentre deve fare i conti con la guerriglia islamica. Ieri due raid aerei hanno ucciso 15 miliziani e ne hanno ferito 20, sono state anche bombardate alcune postazioni di miliziani islamisti a Misurata. A condurre i raid, secondo media arabi, sarebbe stata una fazione dell’Operazione Alba, che raduna formazioni filo-islamiche. E sempre ieri i miliziani di Misurata, che da settimane combattono a Tripoli contro i rivali di Zintan hanno affermato di aver riconquistato il palazzo del ministero dell'Interno, a Tripoli. Spia della situazione di caos in cui è precipitato il Paese è anche la decisione assunta ieri dal Parlamento che di sostituire il capo di Stato maggiore dell'esercito, Abdulati al Obeidi, dopo che aveva ammesso di non avere il controllo dei militari ed aveva ammonito che «le Forze armate del Paese sono sull'orlo del collasso».



La guerriglia aperta e strisciante, il caos generalizzato nel Paese, spinge i migranti ad accelerare la partenza per l’ Europa, nel timore di finire prigionieri delle le milizie islamiste che fanno capo al "califfato" islamico di Bengasi e all'Operazione Alba a Tripoli, e quelle che le combattono insieme all'ex generale Khalifa Haftar. I trafficanti di uomini hanno allora gioco ancora più facile nel portare avanti i loro lucrosi affari, imbarcando ogni volta centinaia di disperati dal sub-Sahara e dal Corno d'Africa, senza alcuna remora morale per la sicurezza in mare. I migranti possono solo contare su un tempestivo intervento dei nostri militari impegnati nell’ operazione “ Mare Nostrum” ed in una sporadica vigilanza maltese e tunisina. La Guardia Costiera di Tunisi, per altro, insieme con alcuni pescatori Spesso ha salvato ieri l’ altro 75 migranti partiti dalla Libia che erano alla deriva da 5 giorni privi di cibo ed acqua. Da parte italiana, invece, nella notte tra venerdì e sabato ne sono stati tratti in salvo complessivamente 1.373.



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