Dolce e Gabbana condannati in appello:
un anno e sei mesi per evasione fiscale

Dolce e Gabbana condannati in appello: un anno e sei mesi per evasione fiscale
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Mercoledì 30 Aprile 2014, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 17:50
MILANO - Alla fine per Dolce e Gabbana arrivata la condanna. Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono stati condannati a un anno e sei mesi dai giudici della Corte d'appello di Milano per evasione fiscale. In primo grado gli stilisti erano stati condannati a un anno e otto mesi.



«Sono senza parole, sono allibito e ricorreremo di sicuro in Cassazione», ha commentato l'avvocato Massimo Dinoia, legale di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, dopo la sentenza della corte d'appello di Milano che ha condannato i due stilisti. «Lo stesso pg aveva chiesto l'assoluzione per loro, perchè aveva capito, così come aveva capito già il gup nel 2011 che li aveva assolti», ha spiegato l'avvocato Dinoia con a fianco il legale Armando Simbari.



I due stilisti erano stati condannati a 1 anno e 8 mesi in primo grado, per la presunta evasione fiscale relativa a un imponibile di circa 200 milioni di euro, lo scorso 19 giugno. Il sostituto pg Gaetano Santamaria Amato, rappresentante dell'accusa nel processo d'appello, ha chiesto però per loro l'assoluzione «perchè il fatto non sussiste», facendo nella sua requisitoria anche una sorta di difesa dei creatori del marchio D&G che avrebbero agito come «un'impresa moderna».



Oggi i giudici della seconda sezione penale della corte d'appello non hanno seguito la tesi del sostituto pg e hanno confermato la condanna per evasione fiscale per Dolce e Gabbana, abbassando la pena a 1 anno e 6 mesi, perchè per i fatti relativi al 2004 hanno dichiarato di non doversi procedere per prescrizione. A 1 anno e 6 mesi è stato condannato anche Luciano Patelli, commercialista dei due stilisti, mentre a 1 anno e 2 mesi sono stati condannati altri 3 manager del gruppo, tra cui Alfonso Dolce, fratello di Domenico. Anche per tutti questi imputati le pene fra il primo e il secondo grado sono state abbassate di 2 mesi, data la prescriz9ione. Confermato dai giudici anche il risarcimento per danno morale di 500mila euro a favore dell'Agenzia delle Entrate.



Secondo le indagini dei pm di Milano Laura Pedio e Gaetano Ruta e della Gdf, i due stilisti avrebbero creato nel 2004 una società, la Gado srl, basata in Lussemburgo, per ottenere vantaggi fiscali in relazione alle royalties sui marchi del gruppo. Inizialmente i pm avevano contestato una presunta evasione fiscale da circa 1 miliardo di euro, ma per una parte delle accuse in primo grado è arrivata l'assoluzione ed è rimasta in piedi la contestazione relativa a 200milioni di euro. Tra l'altro, nel 2011, il gup di Milano Simone Luerti aveva assolto i 2 stilisti e gli altri 4 imputati, ma poi la Cassazione ha annullato con rinvio parte di quella sentenza e si è arrivati al processo per evasione fiscale.