Morte Ciro, De Santis: "Ho avuto paura
e ho sparato. Non sono un mostro"

Morte Ciro, De Santis: "Ho avuto paura e ho sparato. Non sono un mostro"
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Mercoledì 8 Ottobre 2014, 16:36 - Ultimo aggiornamento: 16:37
ROMA - «Non sono un mostro e la verità su quanto accaduto sta emergendo». «Ho avuto paura e ho sparato».

Queste le parole scritte da Daniele De Santis, due pagine scritte in stampatello e inviate per fax alla Procura, nelle quali ricostruisce come secondo lui andarono i fatti a Tor di Quinto il 3 maggio scorso. De Santis, accusato di omicidio volontario, afferma di essere stato coinvolto in una rissa con alcuni tifosi del Napoli e di avere temuto per la sua incolumità e quindi di aver deciso di «sparare per paura». Nella perizia del Ris i tecnici sostengono che De Santis fu prima «sopraffatto dagli aggressori» e poi sparò. Nel corso dell' interrogatorio di garanzia nel maggio scorso De Santis negò di avere sparato.



Nel fax De Santis sostiene che le sue condizioni di salute non gli consentono di poter sostenere l'interrogatorio. Gli inquirenti sarebbero comunque intenzionati a recarsi a Viterbo, dove De Santis è ricoverato all'ospedale Belcolle, per effettuare l'atto istruttorio al quale l'indagato potrebbe sottrarsi avvalendosi della facoltà di non rispondere. L'ultrà venne ferito gravemente ad una gamba nel corso della rissa con alcuni tifosi del Napoli, tra cui lo stesso Esposito, nella zona di viale Tor di Quinto. Nel corso della rissa, scoppiata nel pre partita della finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso, Esposito fu raggiunto da un colpo di arma da fuoco, sparato per l'accusa da De Santis.



I legali della famiglia Esposito. «Ora Daniele De Santis, di fronte all'evidenza, ammette che è stato lui l'unico a sparare a Ciro Esposito e conferma le parole che Ciro stesso mi riferì in ospedale». Lo dice l'avvocato Angelo Pisani, che assiste i familiari del tifoso napoletano ferito a colpi di pistola lo scorso 3 maggio a Roma e morto successivamente in ospedale.

«De Santis - prosegue Angelo Pisani - afferma di avere sparato per paura. È paradossale: come può avere avuto paura uno che ha assaltato il bus dei tifosi napoletani con bombe carta e coltelli? Si penta di quanto ha fatto - conclude Pisani - e riveli i nomi di quelli che erano assieme a lui quel pomeriggio. Quei nomi, grazie alla tecnologia, salteranno fuori comunque».



La notizia doveva restare riservata. «Assistiamo alla divulgazione della ricostruzione fatta da Daniele De Santis agli inquirenti con l'esplicita richiesta di mantenerla riservata.
Tutto ciò non fa che confermare, purtroppo, i timori del nostro assistito sulla pubblicità che si sarebbe data al suo interrogatorio». È quanto affermano gli avvocati Tommaso Politi e Michele D'Urso in merito alla divulgazione delle ammissioni fatte da 'Gastonè che definiscono «parziali e deformate». «Dal canto nostro - proseguono - ci riteniamo comunque vincolati a quella richiesta di riservatezza che viene dal nostro assistito e che sarebbe comunque doverosa in una vicenda come questa sia per il rispetto delle persone coinvolte e dei loro familiari, sia perchè questa indagine ha già visto circolare troppe 'anticipazionì poi rivelatesi distorte e spesso totalmente fantasiose».
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