Venezia. Stupro al bed & breakfast:
«Non posso averla violentata, sono gay»

(archivio)
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di Gianluca Amadori
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Martedì 3 Agosto 2010, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:38
VENEZIA (3 agosto) - Ha negato di aver violentato la turista norvegese diciottenne che lo ha denunciato: Sono gay - ha spiegato al giudice - Le ragazze non mi sono mai interessate.



Si è difeso così, ieri mattina, il trentunenne di nazionalità iraniana finito in manette la scorsa settimana per un episodio avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì all’interno di un bed & breakfast di Santa Croce, a poca distanza dalla stazione ferroviaria. Il suo difensore, l’avvocato Francesca Lacchin, ne ha quindi chiesto la remissione in libertà o, in subordine, la concessione degli arresti domiciliari, senza però poter mettere a disposizione un’abitazione nella quale consentire l’applicazione della misura cautelare alternativa. E il gip Antonio Liguori ha disposto che l’indagato resti in carcere, ritenendo che nei suoi confronti sussistano sufficienti indizi di colpevolezza.



La versione dei fatti fornita dal giovane, che prestava servizio all’interno del bed & breakfast, è ben diversa da quella della presunta vittima della violenza sessuale. Il trentunenne iraniano, ha spiegato che quella notte stava dormendo quando fu svegliato dalla ragazza e dai suoi amici i quali, di ritorno da una serata trascorsa in discoteca, visibilmente alterati dall’alcol, non riuscivano più a trovare la strada per le loro stanze, che si trovano in un diverso immobile rispetto alla sua. Per questo motivo si era alzato e li aveva accompagnati, approfittando per fermarsi nella stanza della ragazza per sistemare una tenda che era caduta: «La stanza è piccola e per aprire la finestra sono stato costretto a chiudere la porta - ha spiegato il giovane - Non l’ho chiusa a chiave: semplicemente fatica ad aprirsi a causa del legno che si è allargato a causa dell’umidità». La diciottenne, subito addormentatasi, si sarebbe svegliata di soprassalto, mettendosi ad urlare alla vista dell’iraniano vicino al suo letto.



La ragazza ha denunciato di essere stata costretta con la violenza a subire un rapporto sessuale completo e i suoi amici, irrompendo nella stanza, sostengono di aver visto l’iraniano mentre si stava ricomponendo. «Ero vestito - ha ribattuto l’indagato - Stavo semplicemente sistemando la cerniera della felpa».



Sul collo della ragazza è stato rinvenuto un arrossamento compatibile con un atto di violenza, anche se la difesa sostiene che la lesione potrebbe risalire anche alla serata in discoteca o alla notte precedente, anch’essa trascorsa dalla giovane in festeggiamenti. Gli inquirenti aspettano gli esiti degli esami disposti per accertare se la ragazza sia stata obbligata a subire un rapporto sessuale completo.
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