E’ stato un magistrato in pensione a lanciare l’allarme, l’ex procuratore capo di Catanzaro Vincenzo Lombardo, che vive a Martone, a una manciata di metri dal luogo in cui si è sviluppato il rogo. I carabinieri della compagnia di Roccella Jonica indagano per identificare i responsabili. Il movente appare chiaro, gli investigatori parlano di strane coincidenze : «Entrambi i Comuni – ha riferito una fonte inquirente – hanno internalizzato la raccolta dei rifiuti, un business tra i più rigogliosi per la ndrangheta». L’escalation criminale ha avuto inizio la notte dello scorso sei dicembre: uomini armati di pistole hanno sparato sulle auto del primo cittadino di Gioiosa Jonica e della sua compagna. Quando i carabinieri sono giunti sul posto,i sicari si erano già dileguati.
A fine mese, la notte a cavallo tra il 31 dicembre e l’1 gennaio, altra incursione: due autocompattatori dell’ente e tre cassonetti dell’immondizia sono stati distrutti dalle fiamme.
Il territorio è cinto d’assedio da capi e sottocapi delle cosche. Da queste parti, sono due le famiglie mafiose, Ursino e Ierinò, i reucci del narcotraffico e del cemento. «Siamo esausti, ma non ci fermeremo. Internalizzando il servizio di raccolta dei rifiuti, il Comune risparmia 120mila euro in un anno», ha ribadito il sindaco Salvatore Fuda. Intanto, è stata presentata un’interrogazione parlamentare. «Nella regione Calabria – recita il testo firmato da sei deputati -gli amministratori locali rappresentano l’avamposto della legalità in un contesto influenzato da una forte presenza della criminalità organizzata, tanto che negli ultimi anni gli atti d’intimidazione ai danni di amministratori si sono moltiplicati, con un incremento del 66 per cento che ha colpito soprattutto i sindaci della Locride».