L'ereditiera Fiorenza Rancilio trovata morta a Milano nel suo appartamento: ferite alla testa. Figlio sotto choc, portato in ospedale

Intervenuti i carabinieri della compagnia Milano Duomo

Milano, donna trovata morta nel suo appartamento in centro: ferite alla testa
Milano, donna trovata morta nel suo appartamento in centro: ferite alla testa
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Mercoledì 13 Dicembre 2023, 18:25 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 12:01

Una donna italiana di 73 anni, Fiorenza Rancilio, è stata trovata riversa a terra morta, con un'evidente lesione al cranio, all'interno del suo appartamento in via Crocefisso, nel pieno centro di Milano. È stato aperto un fascicolo per omicidio. L'ipotesi più probabile su cui si sta lavorando è che la donna sia stata aggredita e uccisa da qualcuno che conosceva. La porta dell'appartamento sarebbe stata chiusa dall'interno.

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In casa il figlio, interrogato

Sarà ascoltato nelle prossime ore il figlio di Fiorenza Rancilio, che si trovava in casa quando i Carabinieri hanno scoperto il cadavere di sua madre, morta per una profonda ferita alla testa. L'uomo sarebbe in stato di choc ed è stato portato in ospedale in ambulanza.

Chi era Fiorenza Rancilio

La donna uccisa, Fiorenza Rancilio, era la presidente della fondazione Augusto Rancilio, intitolata a suo fratello, architetto conosciuto per essere stato sequestrato  il 2 ottobre 1978 dall’Anonima a Cesano Boscone, vicino Milano all'età di 26 anni.

Il suo corpo non fu mai ritrovato e si presume che sia stato ucciso dai carcerieri durante un tentativo di fuga.

La donna si occupava della gestione degli immobili ereditati da suo padre: era infatti figlia di Gervaso Rancilio, e non aveva alcuna parentela con Roberto che fondò l'azienda Rancilio Group che produce macchine da caffè. Gervaso Rancilio si era trasferito a cercare fortuna in Francia e poi era tornato nel Milanese dove aveva costruito interi quartieri in alcuni paesi nell'hinterland di Milano. Proprio davanti a un suo cantiere a Cesano Boscone, Gervaso Rancilio e suo figlio Alfredo vennero circondati da un commando di 8 persone la mattina del 2 ottobre 1978. Alfredo venne caricato su un furgone e di lui non si seppe più nulla fino a quando il boss Saverio Morabito raccontò che venne ucciso perchè aveva cercato di ribellarsi ai suoi carcerieri.

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