La mamma muore e per i due fratellini inizia l'incubo: botte e punizioni del padre, costretti a buttare le foto della madre

Violenza a Rovigo: il padre usava il bastone e chiudeva i bambini in stanza senza cibo chiamandoli "maiali". I piccoli fuggiti di casa

La mamma muore e per i due fratellini inizia l'incubo: botte e punizioni del padre, costretti a buttare le foto della madre
La mamma muore e per i due fratellini inizia l'incubo: botte e punizioni del padre, costretti a buttare le foto della madre
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Venerdì 15 Settembre 2023, 14:32

ROVIGO - I figli hanno puntato il dito contro il padre che sarebbe stato troppo violento nei loro confronti. Schiaffi? L'ultimo dei problemi, perché l'uomo avrebbe picchiato i due bambini, che avevano fra i 9 e i 12 anni anche utilizzando un bastone, in un caso anche un mattarello, lasciandoli ricoperti di lividi sulle gambe e sulla schiena, al punto che una volta non sono nemmeno riusciti a scendere le scale per andare a scuola.

Le botte

Una volta che erano in macchina e avevano chiesto con insistenza di fermarsi perché dovevano fare pipì, addirittura li avrebbe colpiti ripetutamente usando l'antenna dell'auto come frustino per colpirli sulle braccia e sulle gambe. In un'altra occasione, invece, avrebbe lasciato il più piccolo fuori di casa, al freddo e sotto la pioggia, per un'ora, come punizione. Senza contare le offese, utilizzando i termini ben poco affettuosi di "porco" o "maiale" verso uno dei due figli, che secondo lui mangiava troppo, e chiamando ironicamente l'altro "coniglio" prendendo in giro i suoi incisivi prominenti. Per punirli, una volta li avrebbe lasciati chiusi nella loro camera, per ben due giorni, senza dare loro nulla da mangiare e senza consentire loro di uscire nemmeno per andare in bagno.


 

I bambini sono scappati di casa


Un lungo elenco di accuse, pesantissime, che dovranno ora essere vagliate con un processo, visto che il padre è stato rinviato a giudizio dal giudice per le udienze preliminari Silvia Varotto, chiamato a rispondere dell'accusa di maltrattamenti in famiglia. La storia è venuta a galla solo dopo che i due bambini hanno deciso di scappare dalla loro casa, nel Delta, per andare dai nonni. Che restando allibiti dai loro racconti, hanno deciso di sporgere denuncia contro l'uomo.

 

La mamma morta

A rendere ancora più cupo il quadro di quanto raccontato dai due bambini, il fatto che il padre fosse l'unico genitore che era loro rimasto, dopo la morte della mamma. Sono stati poi loro stessi a raccontare il lungo elenco di botte, violenze e umiliazioni subite, nel corso dell'audizione protetta avvenuta nella forma dell'incidente probatorio, che è una forma di anticipazione della prova rispetto al processo, già in fase di indagini, quando lo richiede la tipologia della prova stessa, come, appunto, il racconto di presunte violenze subite da minori.

 

Costretti a buttare via i ricordi della mamma morta

Dalle loro parole sarebbe emersa una violenza quasi abituale del genitore nei loro confronti, anche in piccole cose, che i bambini avrebbero percepito come un ingiusto sopruso, come per esempio l'averli costretti a buttare nella pattumiera due tazze con una loro foto insieme alla mamma, che avevano ricevuto come regalo dai nonni.

I bambini hanno raccontato anche che il padre, durante le ore in cui era fuori casa per lavoro, li lasciava a casa da soli, dalla mattina presto fino alla sera, senza preparare nulla da mangiare e costringendoli ad arrangiarsi come si possono arrangiare due bambini.

A un certo punto hanno detto basta. E hanno preparato le loro cose, andandosene di casa e raccontando questa lunga serie di angherie che avrebbero subito fra 2020 e 2022.

A coordinare le indagini è stato il sostituto procuratore Maria Giulia Rizzo, che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio dell'uomo, la cui difesa è affidata all'avvocato Barbara Destro. I due bambini sono costituiti parte civile, tramite il curatore speciale, l'avvocato Anna Osti. La prima udienza del processo chiamato a verificare la tenuta delle accuse che i figli hanno mosso al padre, sarà celebrata il prossimo gennaio, di fronte al Collegio del Tribunale di Rovigo.

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